No, non è un tram la Lega di Matteo Salvini. E neppure un taxi. Se l'idea del leader leghista era quella di provare a mettersi alle spalle la lunghissima stagione consociativa, vera artefice di ogni disgrazia italica a cominciare dall'accumulo di un enorme debito pubblico, il messaggio che ha indirizzato ai dilettanti allo sbaraglio che stazionano dalle parti di Arcore non poteva essere più chiaro. Un modo di stoppare ogni velleità e di farla capire subito e a tutti, l'antifona. No, non è un tram la Lega.
Il Capitano ha colto al volo l'occasione e ha replicato così ai "bonari" buffetti di un Cavaliere spiazzato dal suo forfait all'ennesimo, rituale vertice. Ha reagito alle sollecitazioni e alle richieste di abbandonare i Cinquestelle spendendo parole definitive, parole che - per ogni habitué del vecchio andazzo - sono suonate né più né meno che rivoluzionarie: Berlusconi è un grande signori miei, ma io ragiono con la mia testa!
Tradotto: non contate su di me per un cambio in corsa che vi faccia salvare le terga! Seconda bastonata in ordine di tempo dopo quella, durissima, con cui impose (fatto mai successo prima!) al Cavaliere di non far partecipare all'incontro sulla Rai né Confalonieri né, soprattutto, Letta.
E fa perciò un po' di tenerezza - sicuramente tanta pena - la replica basita dei vertici forzisti i quali, a dimostrazione che anche in politica la classe non è acqua, presa la legnata sui denti si sono subitamente detti felicissimi di un Salvini premier del caro, vecchio centrodestra. Ovvero di una aggregazione-contenitore che vive ormai solo nei loro travagliati e disperatissimi sogni.
Roba da ridere, se non ci fosse da piangere, anche la "disponibilità" mostrata da Tajani, uno che non è più sicuro neppure del suo di seggio a Strasburgo, o di tutti quegli altri apprendisti stregoni che stanno accucciati accanto al barboncino Dudù.
Quegli stessi che dopo aver scopertamente e continuativamente flirtato con il Pd dicono adesso, come la passionaria Gelmini, che no, basta dialogo con Renzi che ha sbagliato tutto (lui, eh?). Troppo comodo e troppo facile. Perciò inutile. La Lega di Salvini non è un tram.
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