L’Abruzzo è un territorio che necessita di un grosso lavoro di “restyling” in vari settori, dal turismo alle infrastrutture al potenziamento delle zone interne. Ma quali sono le priorità più urgenti da non trascurare? In che modo generare produttività? Impaginato.it lo ha chiesto a chiesto a Luigi Faccia, direttore della Scuola Italiana Sci Assergi Gran Sasso.
Turismo e montagna: quali le priorità in Abruzzo?
Priorità per l’Abruzzo sono certamente servizi e strutture al servizio dell’utente, al di là delle mosche bianche come i comprensori maggiori quali Roccaraso, Ovindoli ecc., il resto del territorio è totalmente privo di strutture che vadano incontro all’utente che va in montagna.
Come passare una gestione ordinaria ad una straordinaria che produca pil vero?
L’Abruzzo, in toto, deve fare un salto di qualità. Mi spiego, non bisogna andare ognuno per conto proprio ma iniziare a sedersi a un tavolo per elaborare un’offerta unica per tutta la Regione, sia piccoli sia grandi. Ci vorrebbe uno skipass unico regionale e un’applicazione in cui si dia la possibilità all’utente di guardare l’Abruzzo attraverso le proprie offerte e magari fare un lavoro di prenotazione, di incoming. Si potrebbe fare questo salto “straordinario” che crei attrattiva.
Il retaggio ideologico e l'incapacità amministrativa vanno a braccetto?
Sì, vanno a braccetto perché l’incapacità amministrativa, secondo me, deriva proprio da questo retaggio. In Abruzzo non abbiamo esperienza, know how, e soprattutto gli amministratori che dovrebbero creare presupposti affinché il turismo vada verso una direzione di sviluppo e creazione di posti di lavoro e ricchezza, scopiazzano e si fermano solo agli annunci. Tutto ciò proviene da un nostro retaggio, ossia politicamente ancora non prendiamo il volo. Non siamo paragonabili nemmeno a un decimo di ciò che fanno nelle Dolomiti, loro hanno un’esperienza che parte da almeno 30 anni…manca esperienza e ciò si ripercuote sugli amministratori, sulla loro incapacità. L’amministratore attuale va per spot, non per azioni concrete. Fa l’annuncio, lo spot, il selfie e tutto resta lì.
Il fantasma di Rigopiano è un peso che incide nell'economia complessiva?
Fortunatamente si dimentica. Certo, in quel momento ci fu il panico. Ricordo che in quella stagione la gente telefonava chiedendo se ci fosse pericolo di valanghe. Nella testa del turista si era instillata questa paura. Pian piano però si dimentica e più ci si allontana da quel 18 gennaio, più si torna alla normalità anche se aspetti di sicurezza in montagna devono essere ancora affrontati come la carta valanghe che è stata fatta solo per il Gran Sasso…c’è bisogno di tempo per mettere in atto tutte le azioni per prevenzione e sicurezza.
Sarebbe utile un assessorato regionale alla montagna magari guidato da un super esperto?
Sarebbe già tanto che la Regione prevedesse un assessorato alla montagna, sarebbe davvero fantastico. Tuttavia molte volte, l’esperto in quel campo, quando si confronta con la politica non riesce ad esprimere le esperienze che ha…non saprei..sarebbe sicuramente il massimo avere carta bianca e un assessorato a disposizione, però già se si creasse un assessorato alla montagna (dotato di strutture e fondi), al turismo di montagna e alle professioni di montagna, sarebbe un grosso passo avanti. È incredibile come una regione che dà un’immagine di sé quale regione dei parchi, regione verde d’Europa, regione bianca e regione del turismo dal mare alla montagna con lo spot dal Gran Sasso all’Adriatico, poi non venga supportata da azioni concrete.
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