Monta l’attesa per l’esame del decreto Mezzogiorno al Senato. Dove a metà settimana entrerà nel vivo la discussione degli emendamenti, tra cui quello che riguarda la messa in sicurezza dell’autostrada abruzzese A24-A25. E su cui si registra più di una sorpresa che questa volta si è materializzata come subemendamento a firma Stefania Pezzopane del Pd. Qualche giorno fa, come anticipato da Impaginato.it, il governo ha presentato una proposta di modifica che assegna 250 milioni di euro alla concessionaria Strada dei Parchi per i lavori che si sono resi necessari in conseguenza degli eventi sismici del 2009, del 2016 e del 2017. Un contributo in conto capitale senza recupero sulle tariffe.
Il subemendamento Pezzopane interviene però su un altro provvedimento, quello varato sempre dal governo appena un mese fa. Ossia la norma che autorizza la concessionaria Strada dei Parchi ad utilizzare, per consentire l’immediato avvio dei lavori, anticipazioni finanziarie per 111,7 milioni. Che poi però dovrebbe restituire ad Anas. Circostanza che ha mandato in fibrillazione gli abruzzesi preoccupati dal rischio di aumenti dei pedaggi sulla tratta autostradale. Il presidente della regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso sembra pronto a tutto per scongiurare questa eventualità e ha annunciato di voler impugnare la misura di fronte alla Corte Costituzionale.
Una quadra, per le latitudini abruzzesi, potrebbe essere trovata proprio attraverso l’emendamento Pezzopane. Che autorizza la concessionaria a procedere immediatamente ai lavori utilizzando il canone di concessione per tutto “l’importo complessivo in linea capitale di 564.510.913 residuo alla data del 31 dicembre 2014”. Insomma, rispetto a quanto stabilito un mese fa, se la modifica dovesse passare salterebbe la prevista e discussa restituzione futura dei canoni di Strada dei Parchi ad Anas. Che però non resterà a bocca asciutta.
“Al fine di mitigare gli effetti economici e patrimoniali” sul bilancio dell’azienda delle strade, l'emendamento Pezzopane prevede infatti una compensazione che si gioca sempre attorno ai caselli autostradali: Anas otterrebbe la cancellazione della norma che ha previsto a partire dal 2017 il dimezzamento della quota dei proventi derivanti dai pedaggi che oggi percepisce dai concessionari.