È una fortuna. Averceli tutti - e tutti i giorni- contro, per loro è una fortuna. In realtà, Di Maio e Salvini, l'hanno fatto da subito buon viso a cattivo gioco. Hanno capito, catechizzati da Giorgetti, che per agguantare il potere vero si sarebbero prima dovuti barcamenare. E avrebbero dovuto attendere.
Troppi quelli seduti su ogni poltrona, sedia o strapuntino disponibile. Troppi e tutti ereditati dalle passate gestioni. Pensate solo a Boeri dell'Inps. Per non dire di Istat e Inail o di Corte dei Conti e Consiglio di Stato. Senza un effettivo spoil-sistem e, soprattutto per i grillini, senza una rodata classe dirigente dalla quale attingere, attesa e cautela erano il minimo.
Si erano, in effetti, preparati a resistere. Non potendo, ovviamente, immaginare quanto producente fosse aspettare.
Perchè giorno dopo giorno, mese dopo mese (pochi da quando l'esecutivo è nato!) l'attacco concentrico di tutti quei potentati esistenti li ha non solo fortificati, ma addirittura fatti lievitare ancor più nella simpatia popolare.
La fortuna dei gialloverdi è negli attacchi di chi hanno dichiaratamente contro. Che poi sono tutti quelli che c'erano prima. È una vera fortuna, tanto per ribadire, l'antipatia che suscitano ancor adesso i vari Renzi, Gelmini, Delrio, Gentiloni, Brunetta insieme alla ripulsa di pletore di beneficiati senza qualità che ululano alla luna. Quelli che puntano il dito, ammoniscono, provocano, accusano.
Nessuno prima, si badi, aveva avuto questo enorme privilegio di averli tutti contro. I ruoli erano ben definiti. I giornali di Berlusconi, per dire, erano contro i giornali di De Benedetti e viceversa. C'era chi stava con l'uno e chi con l'altro. Ora, no. Oggi gli avversari acerrimi di ieri si ritrovano, appassionatamente, insieme. Gli uni e gli altri, coll'aggiunta di Confindustria, Cairo e Caltagirone: ovvero, tonnellate di carta, fiumi d'inchiostro e raffica di comparsate tv. Rai compresa ovviamente, nonostante un cambio di direttori che potevano davvero risparmiarsi, tanto è - e ancor di più si rivelerà - inutile.
Si, nonostante gli errori, ne hanno incamerata di fortuna i due giovanotti. Anche perchè, dalla presidenza della Repubblica in giù, di amici ne hanno davvero pochini (e alcuni pure fasulli come una moneta da tre euro!).
La loro maggioranza sembra inattaccabile, al netto di ogni giornaliero screzio, di ogni protagonismo, di ogni vaffa e di ogni facezia. Averli tutti contro, quei poteri, è un ottimo collante. Per i pentastellati - che, pena il declino, dovranno strutturarsi - e per i leghisti, sempre più alle prese con asfissianti richieste d'ingresso.
Sperando che la stupidità altrui sia duratura. E la fortuna, pure.
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