La versione di Garpez: prescrizione, ci pensiamo ad anno nuovo


Se ne riparla nel 2020. Così, intanto, si da un colpo al cerchio ed uno alla botte


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
14/11/2018 alle ore 07:16



Torno, ma solo per un attimo, su di una questione in merito alla quale abbiamo parlato non molto tempo fa, ossia il progetto di legge del Ministro della Giustizia che intende introdurre nel nostro diritto processuale penale l'istituto della sospensione della prescrizione dopo la pubblicazione della sentenza di primo grado.

Una proposta che, ne avrete sentito parlare tutti, rischiava di far saltare la convivenza forzata (perché, diciamocelo, di questo si tratta) tra Lega e MoVimento cinque stelle, creando una crisi di Governo a poco più di cinque mesi dal suo, travagliato, insediamento.

Come si sono messe d'accordo le due coalizioni di maggioranza per evitare di giungere al pubblico scontro ed evitare plateali figuracce davanti al popolo italiano, ubriacato dallo slogan del “cambiamento”?

Che della prescrizione se ne riparla il 2020. Così, intanto, si da un colpo al cerchio ed uno alla botte, perché se da un lato il rinvio di questo progetto di legge dovrebbe (ed il condizionale è d'obbligo) placare gli animi degli Avvocati penalisti (già sul piede di guerra, con un'astensione dalle udienze già proclamata dal 20 al 23 novembre), dall'altro si salva la faccia dinanzi l'opinione pubblica sostanzialmente dicendo: “lo faremo, state tranquilli, il programma di Governo sarà rispettato, ci vuole solo un po' più di tempo per curare i dettagli”.

Il metodo del rinvio, del “ci pensiamo ad anno nuovo” rappresenta un modo di essere di gran parte della classe politica italiana. Non tutta, per carità.

Prendete ad esempio il provvedimento denominato “Milleproroghe", aggettivo coniato a beneficio dei profani per indicare un decreto legge emanato poco prima di ogni capodanno (oramai dal lontano 2005) con cui il singolo Governo di riferimento decide di prorogare, rimandare, rendere meno imminenti scadenze che ritiene potenzialmente dannose, come l’entrata in vigore di una legge pensata qualche tempo prima, ma senza un'adeguata copertura finanziaria (in genere perché si spreca altrove e tanto). Il più delle volte, per congelare una serie di promesse che non si è riusciti a mantenere.

Insomma, il decreto Milleproroghe rappresenta il simbolo dell'inefficienza e del clientelismo di parte della politica italiana perché, l'altra parte che si salva, non ha la forza numerica per opporsi.

Quindi mettetevi comodi, ci pensiamo ad anno nuovo.

 

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