Verso le Regionali: Fabrizio Di Stefano in campo per la rinascita d'Abruzzo. Ufficializzata la candidatura a governatore: “Getto il cuore oltre l'ostacolo”.
E osserva: "Il mio impegno politico a diventare Presidente dell'Abruzzo è un percorso al quale lavoro con impegno e trasparenza ormai da moltissimo tempo nella convinzione di poter contribuire alla rinascita della nostra regione. Da troppi mesi ormai il dibattito politico sulle sorti dell'Abruzzo è relegato solo alla scelta di un nome, per una casella 'da riempire', ma credo che l'Abruzzo meriti senz'altro di più e di meglio".
"Mentre poco o nulla viene detto e discusso sulla idea di Abruzzo che si intende costruire nell'immediato futuro, sui programmi, sulle scelte concrete di governo da mettere in campo attraverso persone e idee, torno a ribadire che la vera sfida non è solo vincere nelle urne il 10 febbraio, bensì essere in grado dal giorno dopo di agire e saper governare per risollevare l'Abruzzo dal baratro in cui la nostra regione è precipitata; e occorre farlo con sguardo al futuro, senza attardarsi sui giudizi circa le responsabilità e le incapacità del passato".
"Proprio per affrontare adeguatamente il compito di governare l'Abruzzo - ha poi ricordato Di Stefano - da oltre un anno è all'opera un gruppo, composto da esperti, professionisti, tecnici di area, amministratori regionali e nazionali che nei diversi campi rappresentano delle eccellenze, che ha elaborato idee, progetti, azioni concrete per costruire da subito un Abruzzo migliore e che abbiamo già iniziato a presentare a categorie e ai cittadini in quel percorso itinerante in tutto l'Abruzzo denominato 'Le 305 tappe - Il Progetto, la Condivisione".
"Il tutto sostenuto dall'effervescente esperienza del Civismo, un valore aggiunto da affiancare ai partiti tradizionali, per recuperare il rapporto perduto tra elettori e politica, con bravissimi sindaci – i quali sono coloro che più conoscono quanto sia importante il dialogo fra loro e la Regione e le difficoltà di ascolto e realizzazione che hanno dovuto subire fino a oggi - e amministratori locali che hanno esperienza e capacità insieme a persone che per la prima volta hanno deciso di impegnarsi in politica dopo aver dimostrato eccellenti doti di realizzazione nei loro ambiti personali e professionali. Costoro, per inciso, saranno i componenti delle numerose liste che saranno presenti alle elezioni regionali a sostegno del progetto sin qui delineato".
IL PROGRAMMA
Sui punti del programma, che a breve verrà presentato nella sua interezza, Fabrizio Di Stefano ha poi illustrato alcuni punti cardine quali ad esempio quelli su Ricostruzione post- terremoto, sanità, aree interne, impresa e lavoro, agricoltura, turismo, cultura, mobilità, infrastrutture fisiche e tecnologiche; tutti aspetti che "attraverso la regia di una struttura di promozione dell'Abruzzo, andranno affrontati partendo dal concetto di 'Identità Abruzzo' per la valorizzazione e la difesa delle eccellenze e delle peculiarità della nostra regione intesa come un mosaico unico composto da tanti preziosi tasselli".
"Non vivo di politica, vivo invece la politica come passione ed impegno, nei partiti e nelle istituzioni ho ricoperto incarichi di grande prestigio e non sono alla ricerca di uno strapuntino per esigenze egoistiche. Vorrei essere colui che guiderà la esecuzione di un programma di governo concreto e condiviso che consenta all'Abruzzo di ripartire come merita. E' quello che ho ripetuto a tutti coloro che in questo periodo mi hanno suggerito ipotesi di altri incarichi regionali o di candidatura alle Europee".
LA SFIDA
"Ribadisco che la vera sfida non è solo vincere, ma è essere pronti e capaci di governare l'Abruzzo dal lunedì 11 febbraio avendo idee, programmi, persone per operare concretamente per il rilancio dell'Abruzzo. Con grande senso di responsabilità sono impegnato, da oggi ancora di più, a favore dell'Abruzzo per passione politica, per riconoscenza verso la regione che amo e che tanto mi ha dato, per rispondere alle tante istanze e sollecitazioni che in tal senso ricevo dagli amici riuniti nella formazione delle 'Civiche per l'Abruzzo', dagli amministratori locali, da rappresentanti della società e del mondo produttivo, da tantissimi cittadini ed elettori dei più disparati orientamenti".
"Il mio obiettivo è quello poter operare positivamente per l'intera comunità abruzzese che merita un Abruzzo davvero nuovo, diverso, migliore, attraverso azioni concrete basate su esperienza e competenza, che crediamo obiettivamente di poter mettere in atto per far tornare l'Abruzzo ai livelli di sviluppo che merita. Su questi solidi presupposti, rivolgendomi direttamente alle donne e agli uomini di questa regione, annuncio la mia candidatura a Presidente della Regione Abruzzo".
SUL CENTRODESTRA
“Conosco bene e da tempo sia Marsilio che Morra, non conosco affatto Foschi; tuttavia non sta a me esprimere giudizi personali o politici sulle tre persone. Mi limito ad osservare – leggendo la rassegna di questo ultimo periodo – che Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Nuova DC/UDC hanno posto in essere, sia al loro interno sia nei rapporti tra le singole formazioni, una serie di veti incrociati che escludono un gradimento univoco su ciascuno di quei tre nominativi”.
VINCERE
“Ripeto in ogni occasione che la vera sfida non è solo vincere (anche D'Alfonso vinse con grande margine ma poi ha determinato una situazione disastrosa per l'Abruzzo) ma è essere pronti e capaci di governare l'Abruzzo dal lunedi 11 febbraio avendo idee, programmi, persone per operare concretamente per il rilancio dell'Abruzzo. Con grande senso di responsabilità mi candido, da oggi anche ufficialmente, a Presidente della Regione Abruzzo per passione politica, per riconoscenza verso la regione che amo e che tanto mi ha dato, per rispondere alle tante istanze che in tal senso ricevo dagli amici riuniti nella formazione delle Civiche per l'Abruzzo, dagli amministratori locali, da rappresentanti della società e del mondo produttivo, da tantissimi cittadini ed elettori dei più disparati orientamenti. Il punto quindi non è se Fabrizio Di Stefano candidato fa perdere uno schieramento, bensì se a far vincere i 5 Stelle, dei quali si sottovaluta troppo sia il peso elettorale ancora ampio che la mancanza di capacità di governo, sia invece una politica che dà di se stessa una immagine pessima e autoreferenziale. 53 componenti dello staff di segreteria del presidente, concorsi per i quali, sembrerebbe, i vincitori erano già di fatto noti, candidature ad ogni livello impostate dall'alto sono alcuni esempi che spiegano perché cresce il voto populista di protesta. Insomma non sarebbe la mia candidatura a spianare la strada ai 5 Stelle, piuttosto i tanti difetti della politica. Io credo che semmai proprio la candidatura del sottoscritto e il sostegno delle liste civiche nate attorno al mio progetto, potrebbero rappresentare l'elemento di riaffermazione della buona politica decisivo per la vittoria”.
A DESTRA
“Credo sia fuori dubbio che tutta la mia storia politica, la mia formazione culturale e sociale non possano neanche lontanamente far dubitare del mio essere persona coerentemente di destra (e persino persona attenta e rispettosa delle dinamiche di partito), tuttavia il dibattito in corso evidenzia che ormai agli occhi degli elettori appare sempre più difficile poter definire cosa sia oggi un voto ideologico o come sia composto uno schieramento secondo le logiche del recente passato. Tutto ciò per dire che anche per me diventa predominante il dato progettuale, ossia cosa si intende fare per l'Abruzzo, come, con quali mezzi e con quali persone. Anziché scelte a priori di carattere solo ideologico, io valuto sempre con attenzione e serietà ogni progetto politico che abbia come fine il bene dell'Abruzzo e dei suoi cittadini. E' chiaro che io sono senza alcun dubbio di centrodestra e quindi il cdx dovrebbe spiegare perché no alla candidatura di Di Stefano, che è – come ha detto il coordinatore regionale di Forza Italia ai microfoni di Rai 3 - più di centro destra di tanti altri in quello schieramento, perché no ha chi ha svolto con dinamicità e successo per due legislature il ruolo di consigliere regionale prima e di parlamentare poi, su indicazione di Berlusconi che mi volle candidato in posizione eleggibile proprio perché ero portatore di consenso aggiuntivo, perché no ha chi ha guidato un partito regionale (AN) e ha guidato da vice il PDL in Abruzzo, perché no si è candidato ed è stato eletto in consiglio comunale a Chieti, già essendo parlamentare e quindi senza necessità di rischiare una bocciatura, perché no a chi ha sempre vinto ogni sfida elettorale e ha consenso tangibile e capacità di aggregazione, come anche oggi è testimoniato dai tantissimi che hanno già scelto di candidarsi al mio fianco per le regionali. E ció nonostante, se fosse utile, sono ben disposto a partecipare a delle primarie per la scelta del candidato presidente”.
SU LEGNINI
“Quanto al Presidente Legnini, lo considero un interlocutore di altissimo livello e se fosse candidato sarebbe per me un avversario di spessore; più alziamo l'asticella della competizione, piú facciamo il bene dell'Abruzzo. Per cui, pur provenendo da un percorso politico diametralmente opposto, non posso che considerare un bene la sua eventuale candidatura alla presidenza della Regione. Alzando il livello dei contendenti, si eleva il livello della politica”.
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