L'Aquila, volano gli stracci nella riunione di coalizione del centrosinistra


Riunione aggiornata a questa sera per definire le nomine (che spettano all'opposizione) del vicepresidente del consiglio comunale e dei presidenti della V commissione e di quella elettorale.


di Maria Elena Cosenza
Categoria: ABRUZZO
13/07/2017 alle ore 12:18



Si è consumato uno scontro senza precedenti ieri sera nella riunione di coalizione del centrosinistra dell’Aquila, ancora sotto shock per la cocente sconfitta elettorale che ha incoronato sindaco Pierluigi Biondi a capo del centrodestra unito.

Americo Di Benedetto uscito sconfitto dalla corsa per conquistare la fascia di primo cittadino per il centrosinistra e l’esponente di Articolo 1, Giustino Masciocco, se le sono date di santa ragione sull’ambizione del primo di diventare coordinatore di tutte le minoranze. Ipotesi non condivisa dal Movimento fondato da Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema. Che vuole sbarrare la strada alle ambizioni di Di Benedetto già indicato dai suoi come capogruppo del Pd.

Inoltre, sono volati gli stracci (e forse voleranno anche stasera alle 19 in un’altra riunione di coalizione) anche sulle nomine ‘di consolazione’ in capo alla minoranza. Ovvero la figura del vicepresidente del consiglio comunale, la presidenza della V commissione ‘Garanzia e controllo’ e la commissione elettorale. Di Benedetto, avrebbe in mente i nomi di Stefano Palumbo come presidente della commissione Garanzia e Controllo, Angelo Mancini alla vicepresidenza del consiglio comunale ed Elia Serpetti alla commissione elettorale. Ma anche su questo al momento l’accordo non c’è, gioco forza l’analisi del voto al ballottaggio che, allo stato, è un’arma usata come un randello da Articolo 1.

Confrontando, infatti, i risultati delle elezioni del 2012 con quelle appena consumate, viene evidenziato come ‘Territorio collettivo’ insieme ad Articolo 1 abbia raccolto nel 2017 ben 2500 voti, contro i risultati registrati cinque anni fa da ‘Sinistra Ecologia e Libertà’ (Sel) che aveva raccolto 1100 voti. Un pacchetto di preferenze transitate all’ultra sinistra dal Pd, fermo sostanzialmente sugli stessi numeri del 2012.

Ma la critica di Articolo 1 si articola anche sulla gestione personalistica della candidatura di Di Benedetto, la cui promozione a coordinatore dell’intera area di centrosinistra sarebbe, in quest’ottica, una conferma di una linea rivelatasi perdente.