Draghi e quel vincolo del 3%: troppo comodo prendersela ora coi gialloverdi


Stona quando oggi dice che abbiamo "l'obbligo" di ridurre il debito


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
09/11/2018 alle ore 16:58

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Troppo comodo prendersela coi gialloverdi. Troppo facile insistere sul rispetto dei parametri europei. Basterebbe avere memoria. E ricordare. Perché era chiaro a tutti quel che sarebbe potuto accadere, ma firmarono lo stesso. Sapevano che quel limite del 3 per cento nel rapporto deficit-pil l'Italia non l'avrebbe mai potuto rispettare.

Lo sapeva Giulio Andreotti che firmò e anche Carlo Azeglio Ciampi che era alla guida di Bankitalia. E lo sapeva, a scalare, tutto il potere politico ed economico di allora. Compreso Mario Draghi, oggi a capo della Bce e, al tempo, direttore generale del Tesoro.

Per questo quando oggi dice che abbiamo "l'obbligo" di ridurre il debito, Draghi stona. Perché sa perfettamente che nessuna responsabilità può essere attribuita a questo governo. E che non può essere in alcun caso una colpa voler migliorare il tenore di vita degli italiani con una manovra espansiva, rispettando quanto promesso in campagna elettorale.

Le colpe, che ci sono!, ce le hanno quelli di prima. Quelli che, invece di fermarsi, firmarono. Regalandoci il trattato di Maastricht e anche i successivi. Fino all'Unione monetaria e all'euforia fuori luogo di Romano Prodi (“Con l’euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più”).

Il 3 per cento di limite al deficit - da cui ci intimano di allontanarci, pena non si sa bene che cosa, sia la Commissione Ue sia la Bce - era impossibile da rispettare per l'Italia. Perchè già allora, nel 1992, lo si superava solo col costo degli interessi passivi sul debito pubblico. Lo disse qualche tempo dopo, quando già la sua stella s'era spenta, Bettino Craxi. E nessun altro.

Accettando quel limite accettammo, magari senza capirlo, che i nostri diretti competitori potessero strangolare la nostra economia. Soprattutto in assenza di potestà monetaria. Cosa puntualmente verificatasi quando itedeschi, che hanno sempre temuto le nostre capacità manifatturiere, hanno realizzato l'Eurozona.

Sapevano che, con quel 3 per cento attorno al collo, avremmo annaspato e saremmo stati costretti a sottrarre ricchezza alla nostra economia. E sapevano anche che per l'Italia le politiche espansive sarebbero state difficili se non impossibili.

Un vantaggio non da poco. Che sta alla base dell'odierno, enorme surplus commerciale tedesco. Di cui, però, nessuno si occupa né si preoccupa. Nemmeno Draghi che, invece trova il tempo di bacchettare il governo Cinquestelle/Lega. Troppo facile. E, soprattutto, troppo comodo.

 

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