L'amore è eterno finché dura. Ricordate il film di Carlo Verdone del 2004 dove, a seguito di un incontro tramite “speed date", i protagonisti del lungometraggio intrecciavano e disfacevano relazioni sentimentali con estrema velocità e disinvoltura?
Personalmente adoro Carlo Verdone, e la sua pellicola mi offre l'opportunità di commentare assieme a voi un principio di diritto recentemente espresso dalla Corte di Cassazione in materia di riconoscimento dell'aggravante del “futile motivo".
La sentenza, per chi fosse interessato, è stata emessa dalla Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ed è la n. 49129 del 2018.
Il caso sottoposto alla cognizione degli Ermellini riguardava un imputato il quale, spinto dalla gelosia, aveva inferto numerose ferite al torace alla vittima per gelosia nei confronti della propria compagnia, ritenendo la vittima l’amante di quest’ultima.
In primo e secondo grado l'uomo era stato condannato per tentato omicidio aggravato dal futile motivo, poiché i giudici di merito avevano ritenuto assolutamente sproporzionata la spinta emotiva della gelosia che aveva determinato l'uomo ad aggredire il presunto amante.
La Corte di Cassazione, viceversa, ha accolto il ricorso presentato dall’imputato, ritenendo che la circostanza dell’aggravante per futili motivi sussiste nel caso in cui la determinazione criminosa sia stata indotta da uno stimolo esterno di tale banalità e sproporzione, rispetto alla gravità del reato, da apparire, secondo il comune sentire, assolutamente inidoneo a provocare l’azione criminosa e da potersi ritenerne, più che una causa scatenante, un mero pretesto per lo sfogo di un impulso violento.
Quindi, secondo la Cassazione, arrivare a tentare di uccidere un uomo perché non si è in grado di accettare e sostenere un possibile tradimento e, quindi, la fine di un rapporto, magari di lungo corso, non rappresenta un futile motivo, in quanto deve considerarsi ragionevole e non sproporzionato il tentativo di “recuperare” la relazione accoltellando qualcuno.
Se volete sapere la mia, suggerirei un bravo psicoterapeuta.
E non solo all'imputato.
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