Il fortissimo clamore che sta suscitando l'esternazione del Ministro della Giustizia, secondo il quale, attraverso la riforma dell'istituto della prescrizione in ambito penale, finirà finalmente l'era “dei furbi e dei loro azzeccagarbugli" merita una riflessione a beneficio dei cittadini che avranno la pazienza di leggermi.
Anzitutto, l'affermazione del Ministro non mi sembra essere il massimo del galateo istituzionale (il Presidente delle Camere Penali parla, addirittura, di momento più basso nei rapporti tra politica ed avvocatura), tenuto conto non solo del fatto che anche lui svolge la professione di…azzeccagarbugli (perdoneranno i legali il mio evidente sarcasmo) ma, principalmente, considerando che il ruolo ricoperto imporrebbe un linguaggio più moderato, anche quando si ha l'intenzione di esprimere un'idea dal contenuto “forte", giusta o sbagliata che sia.
Ma, a parte questo, cerchiamo di analizzare con la massima obiettività possibile l'idea di introdurre la sospensione della prescrizione dopo l'emanazione della sentenza di primo grado. Con la prescrizione di un reato lo Stato, decorso un certo periodo di tempo in relazione alla gravità del fatto, rinuncia ad applicare la pena per esso prevista.
Anche se vi risulterà difficile comprenderlo emotivamente, provate a ragionare su questo: la nostra Costituzione prevede che ciascuno di noi sia innocente fino alla sentenza definitiva.
E, credetemi, meno male che esiste questo fondamentale principio di garanzia per ogni cittadino, perché se così non fosse saremmo già tutti colpevoli ancor prima di iniziare un processo, che serva proprio a stabilire se sussiste o meno la responsabilità di qualcuno. Badate bene: chiunque può avere la sfortuna di trovarsi coinvolto in un processo penale, anche se, mentre leggete, potrebbe sembrarvi impossibile.
Pensate ad un litigio sfociato male, venendo alle mani. O ad una cena dove avete alzato il gomito e venite fermati dalla Polizia per guida in stato di ebbrezza. Bene: ciò che è necessario non è tanto allungare o accorciare (o sospendere) il termine (o il decorso) della prescrizione, quanto piuttosto giungere a sentenza definitiva in tempi rapidi.
Di assoluzione o condanna che sia. Questo è ciò che fa infuriare i cittadini. La lunghezza dei processi, che non possono protrarsi senza una fine, come il progetto di legge del Ministro rischia, invece, di fare. L'ho già detto e lo ripeto: serve investire per aumentare uomini e mezzi affinché i milioni di processi pendenti giungano a rapida conclusione.
twitter@ImpaginatoTw