È ora di darsi da fare. Perchè sappiamo tutti che l'Italia è in dissesto. Dissesto statico, strutturale, idrogeologico. Non certo finanziario come, al contrario, qualcuno vorrebbe farci credere. Nel frattempo che si cincischia e ci si azzuffa, tra una schizzata di spread e di rating, la gente muore per le cause più assurde ed improbabili: perché crolla un ponte o perché una villetta viene sommersa da acqua e fango!
E si muore così nell'operoso Nord come nell'ozioso Sud. Motivo per cui è ora di darsi una mossa.
Questa rubrica se ne è già occupata. Abbiamo già scritto della necessità di interventi mirati e immediati. Mettere in sicurezza l'Italia non può essere solo uno slogan efficace. Adesso è un imperativo.
Soprattutto per chi guida l'esecutivo. Per Conte, Di Maio e Salvini. Altrimenti, che governo del cambiamento mai sarebbe quello gialloverde se si lasciasse scivolare addosso questi disastri così come è sempre stato? Con la solita gestione lamentosa di ogni emergenza e le solite orribili corone d'alloro per ogni vittima.
Sappiamo bene che tutto e subito è impossibile. Ma che almeno si cominci, si può! Una commissione di esperti (veri esperti!) che metta nero su bianco -in un paio di mesi e non più!- priorità ed emergenze non è utopia: si può fare. Non è difficile. Le criticità stanno sotto i nostri occhi. Chiunque può vedere e filmare e indicare. Da Bolzano a Trapani.
Un piano ragionato e le necessarie risorse: si può fare. Per i nostri borghi e le nostre città, per mettere in sicurezza i corsi d'acqua e i porti; per strade e ponti e autostrade e ferrovie; per il rifacimento della rete idrica e pure di quella fognaria. Per il rischio sismico e per tutto il resto che l'avversità degli elementi e l'incuria dell'uomo ha trasformato in dissesto.
Certo, qualche Pierino col suo bel ditino alzato lo troveremo. Ci sarà chi dirà che mancano proprio i soldi. Ma, non è così. I denari si trovano. Non c'è Commissione europea che tenga. Ci vuole solo un po' di coraggio. Nemmeno tanto.
Quello necessario a comunicare agli euroburocrati che, per tot numero di anni, non verseremo la quota spettante a Bruxelles per indirizzarla a queste nostre emergenze. E che neppure arriveranno gli altri miliardi che pur ogni anno escono dalle nostre casse per il Fondo europeo di Stabilità e per il salva-Stati. Così come si potrebbero pure far rientrare le nostre inutili missioni militari all'estero, risparmiando altri miliardi. E altri ancora se ne troverebbero.
Soldi che in capo ad un lustro altrochè se potrebbero risanare. Generando posti di lavoro e Pil. Le conoscenze le abbiamo. Le intelligenze pure. È ora di darsi da fare.
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