Una promessa, tra gentiluomini, va molto più di un accordo scritto. E per me la promessa è sacra e dev'essere, pertanto, mantenuta.
Perciò, quando in una delle mie recenti chiacchierate con voi, soprattutto rivolgendomi ai ragazzi dell'anno 2000, avevo preso l'impegno di spiegarvi perché non è possibile tornare alla Lira, sostituendola all'Euro, ho deciso che quel discorso andava concluso
Perciò, pur non essendo un economista, tenterò di illustrarvi i motivi che, in base al mio punto di vista, sconsigliano una scelta così sciagurata. Prendiamo anzitutto atto del fatto che, a distanza di diciotto anni e passa dall'ingresso della moneta unica, oramai siamo in ballo, e dobbiamo ballare.
E visto che del senno del poi son piene le fosse, stare qui a discutere se sia stato più o meno corretto entrare anche noi nella “zona-Euro”, o se il cambio con la Lira non sarebbe stato meglio stabilirlo a 2.000£ anziché a 1926,37£, non serve assolutamente a nulla, se non a farci gonfiare ancora di più il fegato (di certo quello degli ultra ventenni).
Bene, punto primo: attivare la procedura di uscita dall'Euro come gli Inglesi (avete presente la famosa “Brexit", no?) comporterebbe che la reintrodotta Lira, sin dal primo secondo dopo il suo ritorno, varrebbe almeno il 20-30 % in meno di un Euro, a parità di prezzo di acquisto di un bene messo in vendita sul mercato europeo, che tanto costava prima e tanto costerebbe dopo l'Euro.
Quindi per acquistare un oggetto o un servizio che prima pagavamo in Euro (un giornale, una mela, un ingresso al cinema, un litro di benzina, eccetera), non basterebbe più pagare il “biglietto d'ingresso”, ossia 1936,27 Lire, ma almeno 2.500! Applicate questo ragionamento sui prezzi più elevati e fatevi due conti.
Punto secondo e conseguenza del primo: gli stipendi ed i salari verrebbero la metà, il debito dello Stato aumenterebbe, perché aumenterebbero gli interessi sui soldi che ci hanno prestato.
In breve tempo la nostra Lira varrebbe meno della metà di un Euro e l'inflazione salirebbe alle stelle. Insomma, la bancarotta.
Perciò, meglio starci con i quattro guai che abbiamo e cercare di rimboccarci il più possibile le maniche, perché un errore commesso credendo di rimediare ad un altro, porta solo ad amplificare gli effetti negativi del primo.
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