Vi siete mai chiesti a cosa serva la dichiarazione di agibilità di un immobile? Certamente sì e, a lume di naso o magari rispondendovi in maniera tecnicamente corretta, vi siete detti che rappresenta un atto necessario a garantire che una costruzione, ad uso abitativo o commerciale, sia conforme ai requisiti di stabilità e sicurezza previsti dalla legge.
Ed infatti, il Certificato di Agibilità immobile è un documento che serve ad attestare la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo quanto previsto dalla normativa vigente.
Il Certificato di Agibilità in base a quanto previsto dal D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 (il c.d. Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia) viene rilasciato dal dirigente o dal responsabile del competente ufficio comunale per tutti gli interventi effettuati sugli edifici, nello specifico su immobili privati, commerciali, industriali, ed è obbligatorio per tutte: le nuove costruzioni, le ricostruzioni o sopraelevazioni, totali o parziali e gli interventi sugli edifici esistenti che possano influire sulle condizioni degli edifici stessi.
Bene, se vi è chiara l'importanza di questo certificato, vi interesserà sapere che sino allo scorso 2 marzo 2018, il Palazzo di Giustizia di Pescara non possedeva i requisiti affinché potesse essere consentita l'agibilità dell'immobile all'ingresso ed alla permanenza di dipendenti, magistrati, testimoni, forze dell'ordine, imputati o semplici visitatori.
Quando venne inaugurato il 6 luglio del 2004, il “Tribunale” venne addirittura osannato quale “monumento moderno con le sue forme eleganti, la ricerca sui materiali, il rapporto con il contesto”.
Ma il marmo di Carrara che piastrella l'esterno del Palazzo di Giustizia (ad oggi in via di sostituzione) intanto veniva giù, non essendo infrequente che pezzi del pregiato rivestimento rovinassero per terra, con tutti gli intuibili rischi per l'incolumità di coloro che, a vario titolo, si potessero trovare all'interno dell'edificio.
Delle infiltrazioni d'acqua a causa dello stillicidio piovano, che in diverse parti, hanno pressoché divelto tutto l'intonaco interno, neanche vi parlo….sarebbe il male minore.
Ricapitolando, a causa di cause civili e carte bollate, per circa 18 anni il Palazzo di Giustizia di Pescara si è trovato nelle stesse condizioni di qualsiasi abitazione privata che, senza il certificato di agibilità, non solo non può essere venduta, ma – men che mai – abitata.
Solo che, nel caso del Palazzo di Giustizia, né il Ministero né il Comune hanno mai rischiato di essere sfrattati. Alla faccia della “par condicio".
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