Coraggio, cominciamo a dirlo: è meglio se torniamo al Mec! È meglio se lasciamo perdere l'utopia, per quanto attraente, e agguantiamo la realtà.
Se è vero -ed è vero!- che l'Unione europea sta implodendo, distante e distinta dagli interessi delle popolazioni che dovrebbe tutelare e avvantaggiare; se è vero che ciò sta avvenendo in forza di miopie politiche e di grotteschi errori strutturali, perchè non pensare di fermarsi e di guardare indietro?
Non troppo indietro. Indietro sino al Mec, al vecchio caro Mercato Europeo Comune. Quel sistema semplice e condiviso che favorì e promosse nel Vecchio Continente, dagli anni settanta in poi, la libera circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali e delle persone.
Quella si che fu un'opportunità di crescita per tutti. A cominciare proprio dai nostri giovani che da quella libera circolazione delle persone hanno avuto anche in dote il progetto Erasmus. Progetto antecedente alla Ue (che nasce col disgraziato trattato di Maastricht 5 anni dopo!) e non, come vorrebbero adesso farci credere, nato grazie ad essa.
Quando le cose non vanno, quando si rischia di correre verso il precipizio, quando gli interessi divergono o sono addirittura opposti, buonsenso impone almeno di riflettere. E cambiare registro.
Avrebbero dovuto farlo già nel 2003, dopo il fallimento della pompatissima e inutile Convenzione europea guidata da Giscard d'Estaing. Un fallimento epocale per chi aveva vagheggiato addirittura di poter promuovere una Costituzione europea. Che, in effetti, fu persino redatta, ma subito dopo bocciata dai referendum in Francia e Paesi Bassi. E perciò accantonata.
Fallimento clamoroso che avrebbe dovuto far riflettere. Perchè la verità è che nulla, ma proprio nulla, di unificante avevano trovato quel po' po' di commissari in quasi tre anni di riunioni: né la lingua ne' la storia né la cultura ne' -men che meno- la religione! Non c'era nulla, non trovarono alcunché che accomunasse popolazioni così diverse. Così giustamente gelose della propria specificità.
Ecco perchè bisognava fermarsi. Ecco perchè bisognava già allora rimettere in discussione quei trattati capestro (per noi!).
Perché è naturale che a storie diverse si aggancino interessi diversi. E gli interessi dei tedeschi, degli italiani, dei francesi e di tutti gli altri popoli del Continente mai sono stati e saranno coincidenti.
Ecco, il vecchio Mec era stato costruito su questa consapevolezza e perciò preservava le specificità nazionali favorendo ogni libertà di movimento e di scambi. L'Ue al contrario subordina e comprime ogni interesse nazionale alla logica ragionieristica di trattati che neppure si possono cambiare o rivedere, quasi fossero emanazione divina. Per questo l'Unione così concepita non funziona né mai funzionerà. Perché impone, obbliga e costringe.
Ed ecco perché sarebbe saggio e conveniente per tutti tornare a ciò che invece funzionava così bene. Al caro, vecchio Mercato europeo comune. Coraggio, cominciamo a dirlo.
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