Tumori al seno: quanto conta la prevenzione? Parla il prof. Masetti


Il Presidente dell'associazione Komen dopo l'evento di Pescara su sensibilizzazione, prevenzione e stile di vita


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
29/10/2018 alle ore 14:27

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Prevenzione e stile di vita sano sono un buon punto di partenza per evitare di sviluppare malattie oncologiche e non? Impaginato.it lo ha chiesto al prof. Riccardo Masetti, chirurgo e direttore del Centro Integrato di Senologia della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli-IRCSS di Roma, nonché presidente presidente dell’associazione Komen Italia per la lotta contro i tumori del seno, intervenuto a Pescara all'evento legato alla prevenzione.  

Come procede la grande sfida della prevenzione in Italia e in Europa?

C’è una grande attività di promozione della prevenzione attraverso i mezzi di informazione, la testimonianza, ora più frequente, delle donne che hanno superato la malattia e attraverso l’educazione dei giovani durante il periodo scolastico. L’informazione sulla prevenzione è molto più forte. Resta però in molte donne la paura di scoprire qualcosa e nel proporre attività di prevenzione bisogna trovare le modalità proprio per superare la suddetta paura.

Scienza e studi sull’alimentazione come sostengono il settore?

Sappiamo che è attraverso i progressi della ricerca scientifica che si arriverà a trovare una soluzione al problema dei tumori in generale, anche dei tumori del seno. Bisogna continuare a sostenere la ricerca e, riguardo all’alimentazione, noto che almeno nel campo dei tumori del seno almeno il 30% di essi potrebbero essere tentati con degli stili di vita più sani e in particolare con un’alimentazione più attenta e consona.

La sensibilizzazione, anche sociale, sta aiutando in questi anni?

Sicuramente il fatto che sempre più persone prendano consapevolezza dell’importanza della prevenzione, che è uno strumento straordinario di protezione della salute e può ridurre i costi della sanità (perché prevenire è certamente meno costoso che curare) e quindi la maggiore attenzione sociale stimola anche le autorità competenti a prestare più attenzione alle politiche di salute e prevenzione.

Che cosa si intende per stile di vita sano?

È uno stile di vita che elimini o riduca al minimo quelle abitudini che sappiamo essere nocive per la salute. Ad esempio, mangiare meglio può ridurre il pericolo di ammalarsi di tumore oltre che di altre malattie, così come essere più attivi fisicamente senza diventare campioni olimpici…Andare a camminare 3 o 4 volte alla settimana per mezz’ora può aiutare a proteggere la salute e ridurre il pericolo di sviluppare malattie. Fumare è un fattore di rischio certo non solo per i tumori del polmone ma anche per molte altre malattie oncologiche. Importante evitare il consumo di alcol e cercare di ricordarsi di fare gli esami di prevenzione.

Non solo fumo e smog ma anche altri fattori incidono sul rischio, come uso della plastica e vita sedentaria?

La vita sedentaria in Italia sicuramente non aiuta e oggi purtroppo si vede dall’aumento del tasso di obesità nei bambini che hanno perso l’abitudine di andare a giocare per strada e fare sport, occupando il loro tempo libero con Playstation e altre attività sedentarie. E ancora la plastica, l’inquinamento ambientale sono cose che si ripercuotono sulla salute.

 

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