Parchi chiusi a Pescara: associazioni cittadine contro il Comune


"Perché rinunciare all'albero distintivo che da oltre un secolo fa bella la nostra città e non tentare tutto il possibile per riqualificarlo?"


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
29/10/2018 alle ore 14:24



Le maggiori associazioni pescaresi, capitanate da Italia Nostra Pescara, criticano la mancanza di una gestione corretta e sostenibile degli alberi e dei parchi cittadini.

Sostengono tuttavia che insieme, nel coinvolgimento di associazioni e cittadini, si possano raggiungere risultati importanti verso una “visione verde” della città: Pescara città di mare, di fiume e di alberi o meglio di PINI.

“Perché rinunciare all’albero distintivo che da oltre un secolo fa bella la nostra città e non tentare tutto il possibile per riqualificarlo, migliorarlo e dargli lo spazio che merita?”

Purtroppo è ormai accertato che le condizioni metereologiche determinano situazioni sempre più difficili da gestire, improvvise e violente; oltre a ciò, il territorio cittadino sta pagando le dure conseguenze della continua cementificazione.

In questi giorni i parchi pescaresi sono stati chiusi a causa del maltempo; le associazioni affermano che questa condizione non può essere accettata, perché il verde deve costituire una risorsa e non un problema: “Riteniamo che il “terrore per l’albero” rappresenti una deriva ricorrente, che si riaccende ad ogni maltempo e che impone a cittadini e turisti stati di stress e ansia. Una fobia che può e deve essere superata”.

E ancora: “Noi associazioni aspettiamo sinceramente che si riapra il confronto con l'amministrazione comunale e ricomincino le cosiddette buone pratiche”.

“Continuiamo ad assistere a cattive potature, pessime piantumazioni, mancato miglioramento dei siti d'impianto e dei terreni, assenza di una manutenzione adeguata. Il timore è che la soluzione sia sempre e solo l'abbattimento”.

Secondo le associazioni invece non dovrebbe essere stravolta la storia del territorio, cancellando dalla città il Pinus halepensis grazie al quale ha goduto per molti anni dell’invidiato appellativo di “città giardino”.

 

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