Fenomeni. Siamo un Paese di fenomeni e non lo sapevamo. Almeno fino a quando non è partita la carovana dell'alleanza gialloverde.
È con quest'esecutivo nato dalla somma - per la prima volta maggioritaria - dei voti contro, dei voti espressi cioè contro tutto quello che c'era e decideva e imperava prima del 4 marzo, che abbiamo scoperto di essere circondati da fenomeni. Un vero e proprio risveglio: il risveglio dei critici silenti.
Politici, politologi, costituzionalisti, economisti, imprenditori con l'ovvio e non richiesto apporto di giornalisti e star sistem: tutti insieme appassionatamente a spiegarci ad ogni ora di ogni santo giorno il perché e il percome Matteo Salvini sia un becero troglodita che sbaglia ogni cosa, Luigi Di Maio sia un pivellino buono solo a farsi infinocchiare e il governo Conte null'altro che un'accozzaglia di impreparati fresconi senz'arte né parte.
Pare proprio che questa alleanza tra Lega e Cinquestelle abbia prodotto, dopo i più che logici travasi di bile, un aumento imprevisto dei livelli di glucosio. Rivitalizzando i neuroni di tutti gli odiatori, palesi o occulti, del nuovo governo. Che perciò si sentono ora autorizzati a stroncare ogni manovra, ogni iniziativa, ogni scelta.
Questo governo sbaglia tutto e loro non solo ci spiegano il perché, ma ci dicono anche cosa, al contrario, sarebbe giusto fare. Tutti in fila e tutti insieme. Fateci caso. Tutti quelli che da vent'anni a questa parte ci hanno infinocchiato con proposte impraticabili, promesse mai mantenute e ricette farlocche stanno tutti li, col ditino alzato.
A cominciare dagli ultimi attori di questa tragicommedia. A cominciare da quella faccia di tolla di Matteo Renzi che dal palco-flop della sua Leopolda, insieme a quell'altro genio dell'ex ministro Padoan, ha proposto all'esecutivo una manovra economica alternativa. Come dire: siccome noi per anni non siamo stati capaci, ora vi spieghiamo come si fa! Incredibile, ma vero.
Cosicché sarà pure strano pensare a Salvini e Di Maio come additivo cerebrale, ma il dato è sotto i nostri occhi. Dall'oggi al domani sono stati in molti a destarsi con l'ansia da prestazione. Quelli che ci preallertano, ci ammoniscono e provano ad intimidirci disegnando catastrofi prossime venture. Quelli che, per dire, Cottarelli è un mago e Savona è un matto. Seppur sarebbe chiarissimo, solo a sentirli una volta, che il primo non vale la peluria del secondo.
E poi gli altri. Tutti quelli che mai nulla hanno detto o hanno fatto negli anni passati contro lo sfascio evidente in cui versava l'Italia.
Nulla e niente rispetto l'aumento della povertà e dell'insicurezza. Nulla e niente rispetto alle vessazioni e alle assurdità di un'Unione europea costruita male e cresciuta peggio. Nulla e niente rispetto alla drammatica situazione delle nostre infrastrutture, sempre più fatiscenti e pericolanti.
Nulla e niente rispetto alla scoperta di malversazioni e ruberie e collusioni e connivenze che hanno depauperato e messo a rischio la Nazione. Tutti zitti, allineati e coperti. Ossequiosi della forma e refrattari ad obiettare nella sostanza. Eppure le trasmissioni tv c'erano. E i giornali, pure. Ma stranamente erano tutti afoni. Sino a quando si svegliarono fenomeni.
twitter@ImpaginatoTw