I dipendenti protestano in strada perché il Ministro delle Infrastrutture non decide di sbloccare i fondi, con gli stipendi delle maestranze comunque garantiti da Strada dei Parchi, che decide di non far pesare le scelte della politica sulla pelle dei lavoratori.
IN STRADA
Un quadro surreale quello che si sta definendo sulla questione delle autostrade abruzzesi A/24 e A/25 gestite da Strada dei Parchi: i dipendenti chiedono urgentemente al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, «di sbloccare l'autorizzazione a far partire tutti i cantieri, per garantire anche il futuro lavorativo di tutte le maestranze» per la messa in sicurezza.
«Il ministero dei trasporti ha affermato che l'autostrada sarebbe insicura, per tali ragioni ora deve emanare tutti i decreti e garantire l'apertura dei cantieri, così come Toto Costruzioni e Strada dei Parchi devono altresì garantire il pagamento degli stipendi e l'erogazione delle spettanze cassa edile», si legge nella nota sindacale Fillea Cgil: «Ai dipendenti interessa portare a casa lo stipendio, consapevoli di svolgere un lavoro utile per le comunità. Sulle due autostrade cammina l'economia dell'Abruzzo verso il Tirreno e l'adeguamento prima sismico e poi strutturale consentirà a gli attuali 400 dipendenti, lavoratori edili, della Toto 10 anni di lavoro».
STIPENDI OK
Strada dei Parchi, però, non aspetta il via libera da Roma e per non far pesare il ritardo sulle spalle delle maestranze ha deciso di non interrompere i pagamenti: «La Toto Costruzioni Generali ha garantito il pagamento degli stipendi delle maestranze dei cantieri per la Messa in Sicurezza Urgente di A24 e A25, pur in una situazione di totale fermo delle attività conseguenti all’ultimazione dei lavori di anti-scalinamento. Si tratta infatti di circa 400 lavoratori impegnati, fino a luglio scorso, nelle attività del piano di Messa in Sicurezza Urgente.
Contrariamente a quando ci si aspettava, a tutt’oggi le attività non sono riprese a pieno regime, per via della mancanza di autorizzazioni da parte della burocrazia ministeriale. Così oggi sono solo cinque i cantieri nei quali sono riprese le lavorazioni. La società è vicina e si rende conto della situazione che vivono i propri dipendenti e le loro famiglie. Condivide con le loro preoccupazioni per quanto riguarda l’incertezza legata al futuro. E si auspica che si possa prima possibile riprendere le attività a pieno regime».
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