Sono le 13 del 24 gennaio 2017, sono passati sei giorni dalla tragedia di Rigopiano. Tra pochi minuti si celebreranno i funerali delle vittime e sotto le macerie dell’hotel ci sono ancora due dispersi.
Ma il prefetto di Pescara Francesco Provolo convoca una riunione tecnica di coordinamento: non la convoca nella sala attrezzata del Palasport di Penne dove è stata allestita la centrale operativa dei soccorsi ma in un deposito di acqua minerale, piccolo e scomodo, scelto probabilmente perché al riparo da telecamere e microfoni.
E’ il contenuto del reportage che Ezio Cerasi ha fatto ieri per il Tg3 Abruzzo, una nuova inchiesta che mette in luce gli incredibili ritardi e le pastoie burocratiche di un servizio di soccorso pieno di lacune, come spiega ai microfoni del giornalista Rai Piero Moscardini, braccio destro di Zamberletti e una vita passata nella Protezione civile.
E’ una riunione strana, quella che si tiene il 24 gennaio, così come rivela il verbale agli atti della Procura di Pescara: non vengono coordinati i soccorsi, come ci si aspetterebbe visto che sotto le macerie ci sono ancora due persone, ma l’attenzione di tutti è rivolta a ricostruire le telefonate e le richieste di soccorso arrivate quel maledetto pomeriggio del 18 gennaio.
E soprattutto, rivela un testimone che ha chiesto di restare anonimo intervistato da Cerasi, quella riunione carica di nervosismo e di toni alti raggiunge il suo apice di tensione quando uno dei partecipanti si rifiuta di sottoscrivere una “versione falsa” nella ricostruzione della girandola di telefonate arrivate ai vari enti nel giorno della tragedia.
E dalla lettura del verbale si ricava che in effetti l’attenzione di tutti era diretta alla ricostruzione cronologica delle telefonate che quel pomeriggio arrivavano ai vari centralini, e a sottolineare che le difficoltà erano enormi a causa della neve, oppure che quella mattina si era verificata una scossa sismica “di rilievo”, che insomma i disagi alla popolazione erano fortissimi, e le richieste di intervento numerosissime.
Poi, viene sottolineato che il direttore del Resort aveva affermato
“la non sussistenza di alcuna situazione di pericolo”,
notizia che, provenendo da
“persona qualificata, ha indotto gli operatori a ritenere le altre comunicazioni poco credibili”.
E a proposito del mancato utilizzo degli elicotteri, nel verbale si dice che la richiesta era stata inviata alla Guardia costiera e ai Vigili del fuoco ma non era stato possibile intervenire
“a causa delle avverse condizioni climatiche”
ps 1: Insomma, avevano fatto tutto ciò che c’era da fare, spiega il prefetto in quel verbale che oggi, alla luce della ricostruzione fatta dal Tg3, sembra compilato apposta per precostituire un alibi a tutti i protagonisti.
ps2: visto che l’inchiesta è prossima alla conclusione, presto si conoscerà anche il punto di vista della procura su questo aspetto.
ps: Insomma, una scivolata di quelle molto gravi. Non casuale, perché indugiata, ripetuta, enfatizzata dalle risate dei militanti. E neppure una parola di scuse.
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