Sentenza Bussi, attacca il Pd: "Prescrizione non cancella danni subiti"


Le reazioni dei tre segretari democrat Abruzzo, Pescara e circolo Bussi


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
23/10/2018 alle ore 06:39

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Lo scorso 28 settembre, la Cassazione ha emesso una sentenza in merito alle responsabilità sulla discarica di rifiuti tossici di Bussi sul Tirino. Nei passaggi del testo in cui vengono spiegate le ragioni di tale sentenza, si legge: “secondo il diritto vigente, già all'epoca dei fatti per i quali si procede, l'ordinamento conteneva norme volte a tutelare le acque dall'inquinamento e le stesse matrici ambientali”.

Quattro dei dieci imputati sono stati assolti per non aver commesso il fatto, mentre per altri sei è intervenuta la prescrizione per il reato di disastro ambientale colposo aggravato.

Ecco le reazioni di Renzo Di Sabatino, Enisio Tocco e Luigi Moscone,  rispettivamente segretari di Pd Abruzzo, Pd Pescara e circolo Pd di Bussi.

“La prescrizione non può cancellare il danno subito dagli abruzzesi”, commentano i tre esponenti Pd, “ed è impensabile immaginare che i colpevoli, a questo punto, non avranno neanche l'obbligo di bonificare il nostro territorio, pesantemente martoriato. Per questo continueremo a batterci come abbiamo fatto in questi anni, affinché chi ha avvelenato restituisca dignità a quelle aree, mettendole innanzitutto in sicurezza, e un futuro ai cittadini abruzzesi”.

I tre segretari, fanno inoltre un appello all’amministrazione comunale di Bussi per ciò che concerne le discariche 2A e 2B a monte del sito industriale: “Poiché il Comune, nonostante  l'assenza di una data certa per l'inizio dei lavori di bonifica e nonostante il contratto con la ditta aggiudicataria dei lavori non sia ancora stato firmato, ha firmato l'atto notarile per diventare proprietario dei terreni, non rispettando così quello che è scritto nell'accordo ministeriale, chiediamo di annullare l'atto per una maggiore tutela dell'ente. Tutto questo perché in assenza di inizio lavori il Comune, come proprietario dei terreni, ma "non responsabile dell'inquinamento", è tenuto a fare i lavori di messa in sicurezza. Oltre al danno, dunque, la beffa”. 

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