Case Popolari a Pescara, perché Pettinari se la prende con la Regione


Il consigliere regionale pentastellato: "Ci vorrebbero continue operazioni di sgombero"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
18/10/2018 alle ore 14:58

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Dopo l'ultima azione di sgombero avvenuta qualche giorno fa negli alloggi popolari a Pescara, Domenico Pettinari, consigliere regionale M5S, fa una panoramica della situazione attuale e degli interventi da sostenere per ristabilire la legalità.

Gli abusivi sono il doppio dei cittadini normali. Come mai? Secondo Pettinari perché le amministrazioni che si sono succedute alla Regione Abruzzo di centrodestra e centrosinistra, "quindi con pari responsabilità politiche, non hanno proceduto, in quanto proprietarie delle case popolari, ad avviare le procedure di sfratto, che consistono nell'erogare i soldi necessari all'Ater, l'ente strumentale che in seguito esegue lo sfratto degli abusivi". Per questa procedura servono dai 5 agli 8mila euro ad abitazione poiché esse vanno ripristinate nella conformità, messe a norma e riassegnate.

Di chi la responsabilità? "La Regione - attacca il grillino - non si è fatta carico di sfrattare gli occupanti abusivi e loro si sentono legittimati a considerarsi i padroni indisturbati degli alloggi popolari. La Regione si cura di più il suo patrimonio immobiliare. Ci sono allacci alla corrente elettrica delle scale da parte degli abusivi, alla corrente elettrica del condominio e così i cottadini onesti sono costretti a pagare l'energia elettrica per loro e per gli abusi. Dovrebbe occuparsene la Regione Abruzzo ma evidentemente non è interessata a risolvere questo problema. Nonostante le mie numerose richieste mi hanno sempre risposto picche, hanno sempre fatto finta che il problema non esistesse".

Cittadini onesti schiavi dei criminali pregiudicati: come se ne esce dunque? "Se ne esce semplicemente ristabilendo la legalità negli alloggi di edilizia residenziale pubblica sfrattando gli occupanti abusivi che nel maggior numero di casi è anche un delinquente pregiudicato e riassegnando quell'abitazione a chi ne ha diritto: così si elimina un pezzo di illegalità, di delinquenza, di criminalità nel quartiere popolare, ristabilendo un clima di serenità, cosicché i cittadini onesti non sono più schiavi".

"Ripuliamo le case popolari con l'uso di ogni forza pubblica" avete proposto. È una strada fattibile? Entro quando? "Non è fattibile, è doveroso da parte delle istituzioni. Qui ci vuole una sinergia. Ci sono comitati appositi che dovrebbero dialogare con i vertici della Regione, del Comune e delle Forze dell'Ordine. Organizzare operazioni di polizia, come quella attuata in questi giorni è già una risposta, seppur parziale, perché se su 100 abusivi se ne tolgono solo 4 (parlo solo di Pescara) vuol dire che è stato fatto molto poco. Tra l'altro c'è il rischio che in queste ore gli occupanti abusivi possano barricarsi dentro. Murano le direzioni ma non vengono riassegnate perché non hanno i soldi per poterlo fare. Ecco perché bisogna usare ogni forza pubblica e fare continue operazioni di sgombero. Il problema è che le operazioni arrivano sempre dopo anni di battaglie".

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