L'Aquila,Mimmo Srour: è più ferita di Damasco dove ancora si curano i giardini pubblici(Fotogallery)


L'ex sindaco di Sant'Eusanio Forconese, dopo il suo ultimo viaggio, mette a confronto la capitale siriana in guerra, con il capoluogo abruzzese colpito dal terremoto.


di Maria Elena Cosenza
Categoria: ABRUZZO
10/07/2017 alle ore 19:27



“Paradossalmente si trova in condizioni migliori Damasco, città che da sette anni vive la guerra, rispetto a L’Aquila, colpita dal terremoto otto anni fa, il 6 aprile 2009".

Così racconta a impaginato.it Mimmo Srour, l’ingegnere di origine siriana con alle spalle una lunga carriera politica. E’ stato assessore della Regione Abruzzo e della Provincia dell’Aquila, e sindaco di Sant’Eusanio Forconese, comune in provincia dell’Aquila. 

Ora è, invece, responsabile della politica estera nel PSI di Riccardo Nencini, ed è appena tornato da un viaggio in Siria.

“Una settimana per poter vedere senza filtri cosa realmente sta accadendo in quel territorio - spiega Srour - cosa pensano i civili, come vivono dopo sette anni di guerra.”

“Ma soprattutto - sottolinea - ho cercato di capire come vivono e cosa pensano dell’Europa e dell’Italia, che è stata il primo partner della Siria”

“Sono rimasto piacevolmente colpito - afferma - da come venga curata Damasco, persino i giardini pubblici fanno invidia a L’Aquila”.

“Stanno vivendo un momento storico importante: la sconfitta di Daesh sia a Mosul sia a Raqqa. Certo - racconta l’ex sindaco - sappiamo bene che la guerra non è finita, ma i civili hanno resistito e stanno continuando a farlo”.

Nel raccontare la sua esperienza ricorda un momento conviviale in particolare. Racconta di una cena in un noto locale, dove c’erano oltre le 500 persone e dove si percepiva un clima festoso, “perché - spiega - non solo resiste l’uomo al fronte con il fucile, ma resistono anche le persone comuni e lo fanno così, ‘fingendo’ normalità in una città che vive l’evento più tragico che possa esistere”

Srour ci tiene a sottolineare come la gente viva con l’idea che la Siria sia il paese più laico che esista, dove convivono 19 etnie e religioni insieme e cita una frase di Giovanni Paolo II “La Siria è il paese della convivenza”, “lo era una volta - afferma Srour - lo è ancora, nonostante la guerra”.

L’ex sindaco di origine siriana si farà portavoce delle esigenze umane del suo paese. Rappresenterà alle istituzioni italiane, come “tutte le sanzioni che l’Europa sta infliggendo alla Siria non vanno a colpire Assad ma i semplici civili, che già faticano e non poco a vivere in una città dove bisogna attendersi bombardamenti da un momento all’altro”.

“Nell’incontro avuto con il primo ministro, - conclude l’ex sindaco - ho potuto capire quanto per loro sia importante tornare ad avere un dialogo con l’Italia, ed io di questo messaggio sarò instancabile portavoce”.

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