Un assaggio, una piccola prova di quello che succederà alle elezioni regionali. Entro stamattina a mezzogiorno dovranno essere presentate le candidature per le Province e il centrosinistra sa già che si troverà di fronte molte incognite rischiando di fare flop.
La prima a Pescara, dove il candidato del Pd Luciano Di Lorito sindaco di Spoltore, incoronato dalla direzione del partito martedì sera dopo un attacco ad alzo zero di Enzo Di Cristofaro nei confronti dell’ex presidente Luciano D’Alfonso (che continua a decidere tutto e il contrario di tutto), se la dovrà vedere col candidato dell’ex assessore della giunta regionale Donato Di Matteo, che col suo movimento civico Abruzzo insieme lancia la candidatura a presidente del sindaco di Picciano Vincenzo Catani.
“Una candidatura che nasce dal territorio come risposta alle vecchie logiche partitiche – spiega Di Matteo – Catani punta ad una amministrazione collegiale dell’ente Provincia. E’ uomo del fare ed è espressione di un movimento civico libero e aperto a tutte le istanze. Il suo intento è quello di migliorare la qualità della vita per una gestione di alto profilo della Provincia di Pescara, attraverso il dialogo e il superamento dei vecchi schemi della politica, giudicando e decidendo sulla base di elementi oggettivi e delle reali difficoltà del territorio e mirando ad un progetto di democrazia partecipata nel rispetto delle diverse istituzioni”.
Insomma, niente tattiche: con questo strappo, la prima uscita ufficiale di Di Matteodopo le sue dimissioni dalla giunta regionale, Abruzzo civico (che ha tappezzato la Provincia di manifesti con lo slogan “e mo’?”) mira a fare male, molto male al centrosinistra targato D’Alfonso.
D’altronde il Pd, anzi l’ex governatore, inizialmente aveva puntato tutte le sue carte sul sindaco di Cugnoli, Lanfranco Chiola e poi invece ha incoronato Luciano Di Lorito. Il terzo candidato del centrodestra, Antonio Zaffiri, sindaco di Collecorvino, gongola anche se Catanirischia davvero di fare primo.
Stessa divisione a Chieti, dove la carica di presidente se la contendono il sindaco di Chieti Umberto Di Primio, quello di Lanciano Mario Pupillo e il terzo incomodo, il consigliere provinciale Arturo Scopino con una sua lista civica, che in prima battuta doveva essere candidato dal centrodestra che poi però ha dovuto ripiegare su Di Primio, e che ora rischia di scompaginare tutti i giochi.
A Teramo, tramontata la candidatura del sindaco di Roseto, alla fine il Pd ha trovato la quadra su Giuseppe D’Alonzo, sindaco di Crognaleto, e per il momento anche Tommaso Ginoble ha deposto le armi: meglio l’unità e tentare di mantenere la Provincia, ha pensato, anche come prove tecniche prima delle Regionali. Ed è lì che guardano tutti: lo stesso Ginoble si è sentito giorni fa al telefono con Giovanni Legnini con cui si incontrerà nei prossimi giorni.
“E’ lui il candidato ideale del centrosinistra – commenta l’ex parlamentare – ma se non dovesse accettare, io esigerò che si candidi il vice presidente Giovanni Lolli o qualche assessore della giunta uscente, come Silvio Paolucci: è bene che siano loro a verificare il gradimento dell’elettorato”.
ps: malefico Ginoble.
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