L'Aquila, Legnini (Csm): ricostruzione? Va fatta nel rispetto della legge e con una strategia

Ogni calamità naturale fa storia a sé. Ma è auspicabile mettere a punto un modello che garantisca un quadro "stabile e condiviso". Parola del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini a margine del suo intervento al Festival della Partecipazione all'Aquila. "Un'iniziativa di straordinario valore. Che per questo luogo evoca il desiderio di rinascita e di futuro". Già, il futuro del capoluogo abruzzese alle prese con una ricostruzione difficile e ad un passaggio politico delicatissimo. 

Di politica, delle sorti del Pd locale, Legnini non parla. Nonostante sia l'esponente dem di maggiore peso in Abruzzo e non solo. È appena tornato da un'impegnativa missione in Cina con una delegazione del Csm nel corso della quale sono state sottoscritte intese di primaria importanza sul sistema giudiziario, il diritto d'autore ma anche la sicurezza alimentare. Temi distanti anni luce dalle problematiche interne al centrosinistra dopo la batosta elettorale alle amministrative. E a maggior ragione dalle beghe che ne sono seguite in casa Pd. Parla invece della ricostruzione dell'Aquila e dell'approccio che le istituzioni devono garantire oggi alle comunità del Centro Italia sconvolte dal terremoto.

"Ogni sciagura è diversa. Ma è necessario un quadro di norme applicabili sempre a prescindere da quale governo e da quale Parlamento ci sia nel momento in cui si verifica" dice, sottolineando come, a proposito della ricostruzione dell'Aquila "le scelte fatte nel 2013 e 2014 si sono rivelate giuste attraverso uno strumento che ha garantito un quadro finanziario stabile". Quanto all'orizzonte temporale della sua conclusione Legnini non si sbilancia:" se si compirà entro il 2023 o meno è difficile dirlo: quel che rileva è che deve essere fatta con costanza, nel rispetto della legge e osservando una strategia".