Sanità, C. Conti vs regione: politiche non contenitive dei costi 'esterni' Asl


Referto sul bilancio 2015 Azienda Pescara: "lievita l'importo delle note di credito pervenute da privati e strutture accreditate"


di Ilaria Proietti
Categoria: ABRUZZO
07/07/2017 alle ore 18:48



Una perdita d’esercizio pari a quasi 31 milioni di euro anziché il previsto pareggio. Un reddito operativo netto negativo (-17,1 milioni), sceso notevolmente rispetto all’esercizio precedente. Costi in aumento. Sono queste le criticità rilevate dalla sezione Abruzzo della Corte dei Conti rispetto al bilancio 2015 della Asl Pescara. La magistratura contabile ha inoltre segnalato “il progressivo lievitare dell'importo complessivo delle note di credito pervenute da privati e strutture accreditate” e la tardiva “definizione” dei contratti che regolano i rapporti sulle prestazioni erogate dagli Enti privati “gestori di attività sanitarie e socio sanitarie in regime di accreditamento”.

E i costi sono alle stelle: +23 per cento l’aumento della spesa per prodotti farmaceutici, +235 per cento per sangue ed emoderivati, impennata del 18 per cento per i prodotti dietetici. Che si aggiungono – a detta della Corte dei Conti - “al mancato raggiungimento degli obiettivi attribuiti all'Azienda, da parte della Regione Abruzzo, per l'acquisto di dispositivi medici” e alla “violazione dei tetti programmati delle prestazioni erogate dagli operatori privati accreditati”.

L’aumento della voce relativa agli acquisti di servizi sanitari (che costituisce il 45,6 per cento dei costi totali, rispetto ad una media regionale del 42,1) vale globalmente una torta da oltre 307 milioni. E sale del 2,8 per cento rispetto al 2014 contro una media di aumento regionale dello 0,7%. L’acquisto di servizi sanitari da privato segnano un +4,4 per cento, mentre quelli pubblici si riducono dell’1 per cento.

I magistrati contabili insomma continuano a segnalare una serie di incongruenze. Che riguardano le Aziende sanitarie locali, come quella di Pescara. Ma anche la regione. “Che allo stato attuale, pur avendo riacquistato, cessato il commissariamento, i suoi pieni poteri programmatori, adotta politiche sanitarie non particolarmente contenitive dei costi ‘esterni’ delle Aziende medesime e condizionanti i poteri gestori delle stesse”.