Chi è il guru (abruzzese) dei tatuaggi premiato in Brasile


Toni Belfatto: "Trasformo tutto ciò che faccio su carta in qualcosa di vivo, eterno, che gode di vita propria"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
05/10/2018 alle ore 11:07

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Dall’Abruzzo al Brasile: l’abruzzese Toni Belfatto, dermopigmentista di fama internazionale, relatore dei maggiori congressi internazionali di medicina estetica al fianco di noti chirurghi, è stato premiato il mese scorso in America Latina come miglior dermopigmentista al mondo. In questa conversazione con Impaginato.it Belfatto si racconta introducendoci nell’universo della dermopigmentazione

Come nasce la sua passione per le forme d'arte e quindi per la dermopigmentazione?

Emozione, questa è questa la parola giusta: una sensazione forte e intensa che mi ha preso tanti anni fa quando vidi per la prima volta eseguire un tatuaggio su pelle. In quel momento ho visto trasformare tutto ciò che facevo su carta in qualcosa di vivo, eterno, che godeva di vita propria. Lì è nata la mia passione per il tatuaggio.

Alla parola emozione si è aggiunta la parola noia, perché sono uno che si annoia molto velocemente delle azioni ripetute e quindi, dopo aver fatto per molti anni tatuaggio artistico, non avevo più gli stessi stimoli e ho spostato la mia attenzione verso altre pratiche come il trucco permanente.

Per anni ho continuato nella stessa direzione fino a ricadere di nuovo nella noia che mi ha portato a guardare oltre ciò che già esisteva nel mondo della dermopigmentazione e sono arrivato alla dermopigmentazione paramedicale, ovvero interventi come la ricostruzione dell'areola mammaria, la copertura di esiti cicatriziale o di patologie come la vitiligine o inestetismi come le smagliature. Nel 1998, invece, ho iniziato a sperimentare la tricopigmentazione.

In che cosa consiste la tricopigmentazione, da lei brevettata nel 2007?

La sperimentazione e i primi tentativi di eseguire un tatuaggio medicale sul cuoio capelluto sono iniziati nel 1998 ma i tentativi furono fallimentari. Da lì è partita la mia ricerca sfrenata di attrezzature idonee, pigmenti giusti e movimenti idonei per essere ospitati da un tessuto di diversa natura istologica rispetto a tessuti quali un deltoide di un braccio o un'areola mammaria. Nel 2007 ho brevettato questa specializzazione che è finalizzata a creare l'illusione ottica della presenza di capelli dove realmente non ci sono ed è finalizzata a risolvere problematiche come alopecie, calvizie ed esisti cicatriziali nucali dovuti a trapianti di capelli.

Oggi questa pratica ha preso piede anche a livello mondiale perchè dal 2007 in poi abbiamo iniziato a fare congressi per portare in alto il nome dell'Italia nel mondo ma soprattutto di questa tecnica che è la tricopigmentazione. Oggi viene vista come attività complementare a quelle chirurgiche ed anche un valido sostituto a pratiche molto più conosciute come ad esempio l'utilizzo di una parrucca o un trapianto di capelli. Attualmente, 7 uomini su 10 e 3 donne su 10 soffrono di calvizie, quindi vi lascio immaginare quale sia il mercato che richiede il nostro intervento.

Nel 2017 avete lanciato la linea di prodotti hairceutici Tricorigen, sistema innovativo per il controllo della caduta dei capelli. Vuole parlarci dei benefici di questo prodotto?

Tricorigen è l'evoluzione della tricopigmentazione perché vede schierate in campo due finalità: quella della tricopigmentazione e quella dei prodotti che servono a inibire la caduta dei capelli e, laddove la papilla germinativa è viva, anche ad un’ eventuale ricrescita. E' sempre maggiore la quantità di persone che fanno uso di prodotti farmaceutici per combattere la caduta dei capelli.

Questo sistema porta con sé un'innovazione a livello mondiale perché i principi funzionali contenuti all'interno dei prodotti, quali la serenoa, le cellule staminali della melaleuca, la curcuma e i composti vitaminici, non vengono applicati esclusivamente sul cuoio capelluto considerato un tessuto sano ma viene precedentemente perforata l'epidermide grazie all'utilizzo di micro aghi, permettendo quindi ai principi funzionali dei prodotti di penetrare fino all'ipoderma dove è contenuta la papilla germinativa.

Il mese scorso è stato premiato in Brasile come miglior dermopigmentista al mondo. Che cosa ha significato per lei?

Aver ricevuto il premio in Brasile è la conferma che il sacrificio, la caparbietà, l'impegno continuo nell'allenarsi e soprattutto la modernità nell'applicare e nell'uniformarsi ai sistemi comunicativi moderni permettono al mondo di essere sensibile alla qualità ed è ciò per cui ho sempre combattuto, ossia qualità dei trattamenti, della formazione, dei rapporti interpersonali. Penso questa cosa sia stata letta ed è la ragione per cui probabilmente sono stato premiato.

Progetti futuri?

Ce ne sono diversi, anzi tanti, tra i quali l'ampliamento della rete in affiliazione "Belfatto Lab": oggi vantiamo 7 centri specializzati attivi su tutto il territorio nazionale. Il mio progetto è quello di estendere tale sistema anche nel resto dell'Europa e chissà, magari in tutto il mondo. Ma il progetto più grande, che non è futuro ma quotidiano, è sicuramente quello di non stare mai fermo.

 

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