Ambiente, Febbo attacca: Regione in ritardo e inconcludente


"Mazzocca non ha risposto sulle cave abbandonate nelle aree dove non è possibile svolgere le attività estrattive per divieti sovraordinati; invece adesso potranno riprendere la loro attività".


di Laura Battista
Categoria: ABRUZZO
26/09/2018 alle ore 17:14



Il Consigliere regionale Mauro Febbo, in merito alla proposta di approvazione del Piano Cave, in risposta al sottosegretario Mazzocca, ha così replicato: "Il livore e le offese espresse attraverso il comunicato-sermone del sottosegretario Mazzocca, mostrano, sia lo spessore umano e le qualità politiche di un governo regionale ormai giunto al capolinea, sia il nervosismo di chi vede naufragare definitivamente la propria parabola amministrativa, svolta tra l'altro in maniera convulsa, approssimativa, propagandistica e inconcludente".

Ha quindi proseguito: "Il Consigliere delegato alle Politiche Ambientali dovrebbe conoscere i regolamenti e sapere che la Delibera della Giunta Mazzocca-Lolli, di proposta di approvazione del Piano Cave da parte del Consiglio Regionale, decade con l'insediamento del nuovo Consiglio e Giunta, quindi il procedimento avviato con la Dgr n.683 del 6 settembre è solo una "moina", letteralmente "una presa in giro degli abruzzesi".

Ha poi aggiunto Febbo: “Voglio ricordare che ai dieci anni di ritardi accumulati dai precedenti governi (compreso il governo di centrosinistra Del Turco) come sottolinea il Consigliere, il Governo D'Alfonso-Mazzocca ne ha aggiunti altri 5, peggiorando la situazione autorizzativa, tirando fuori dal cilindro un piano del tutto illegittimo e non applicabile. Inoltre, Mazzocca dovrebbe studiare e leggere le delibere del passato riscontrando come non siano state rilasciate concessioni di attività estrattive durante il governo Chiodi sotto falda acquifera, anzi è sempre stato prescritto un franco di 2 metri; mentre la sua proposta di Piano prevede, al contrario, la possibilità di svolgere attività estrattiva sotto falda - si vada a leggere l'art. 14 e 17 del disciplinare del suo Piano Cave”.

Ha continuato: “Mazzocca non ha risposto sulle cave abbandonate nelle aree dove non è possibile svolgere le attività estrattive per divieti sovraordinati (PAI; PSDA, aree protette ecc.) e invece adesso potranno riprendere la loro attività. Questo è letteralmente assurdo: ci sono le cave autorizzate in un'altra "epoca geologica" (anni sessanta, settanta, ricostruzione e grande sviluppo dell'edilizia quando le concessioni per attività estrattive venivano rilasciate indicando solo le particelle catastali senza progetto dimensioni ecc.); inoltre c'erano le cave di prestito per la realizzazione della grandi arterie come la A14 oppure quelle rilasciate dentro gli alvei fluviali: tutte queste cave abbandonate con questo piano non vengono censite e quindi non si ha contezza della dimensione del problema territoriale ambientale ma viene autorizzata la riapertura in contrasto con le normative sovraordinate (anche in questo contrasta con le norme nazionali ed europee, ex cave dentro ai sic e fps)”.

Ed ancora: “Sulla vicenda Powercrop (che non ha nulla a che fare con le attività estrattive), al Consigliere Mazzocca ricordo che l'Accordo di riconversione produttiva è stato stipulato in data 19/09/2007 (ai sensi dell'ex artt. 2, comma 2, lettera a della legge n.81/8006) tra Ministero Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (governo Prodi Ministro Paolo De Castro) Regione Abruzzo per tramite dell'ARSSA con De Falcis, (Assessore all'agricoltura Verticelli), Provincia di L'Aquila (Presidente Pezzopane) e Amministratore PowerCrop".

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