Ricostruzione post-sisma: difficoltà e necessità in Abruzzo


848 le istanze presentate. Ma ancora tanti i problemi per gli sfollati nel teramano e per i sindaci delle realtà più duramente colpite


di Vanessa Combattelli
Categoria: ABRUZZO
26/09/2018 alle ore 19:53

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Arrivano a 848 le istanze presentate dai cittadini abruzzesi sul MUDE (Modello Unico Digitale per l'Edilizia), al pari di quelle contate per Lazio ed Umbria insieme, un dato impressionante se si tiene conto della dotazione organica delle rispettive regioni (29 unità per l'Abruzzo, 70 per Lazio ed Umbria).


A fare il punto della situazione è il Sottosegretario alla giunta regionale Mario Mazzocca, riassumendo l'operato delle attività finora svolte per la ricostruzione post sisma 2016-2017.
Ne viene fuori una necessità già preannunciata in precedenza: implemento del personale con un primo ed immediato reclutamento che riguarda l'attingimento alle graduatorie Formez/Ripam che considerano 15 unità (ripartite tra 11 istruttori tecnici, 2 istruttori contabili e 2 istruttori amministrativi) e 6 unità tecniche in una terra tanto complessa e fragile che ha visto il cratere sismico allargarsi e comprendere altri comuni nel giro di pochi mesi, risulta molto complesso operare con un personale tanto esiguo.


"L'Ordinanza n. 26 del 29 maggio 2017, - dichiara il Sottosegretario - ai fini della copertura delle spese di funzionamento degli USR, assegna una ripartizione percentuale delle risorse (Abruzzo 10%, Lazio 14%, Marche 62% e Umbria 14%) non commisurata alla mole di lavoro delle singole Regioni. Considerato lo stato dell’arte dell’attività posta in essere dall’U.S.R. Abruzzo (94 decreti di contributo per un importo pari ad € 20.001.745) e vista la mole di pratiche presentate e ancora in compilazione, può affermarsi che molto è stato fatto e molto resta ancora da fare. Per consentire all’ufficio un’attività a regime così come registrato nelle vicine Regioni, si rende necessario portare a completamento l’organico del personale con ulteriori risorse tecniche ed amministrative, portandolo dalle attuali 29 a 50 unità".


In mancanza di una norma di rango nazionale parallelamente si accarezza la possibilità dell'impiego del personale di Abruzzo Engineering, una società interamente della Regione, la quale conta diverse personalità già formatesi sul campo durante la ricostruzione sisma 2009.
Questa eventualità permetterebbe di intervenire sulla carenza di organico sofferta dall'Ater di Teramo e dell'USR.


Mazzocca preme anche sulla situazione dei Comuni dell'Alto Aterno, molti dei quali hanno subito ulteriori danni dopo le scosse sismiche del 2016 e del 2017 aggravando le condizioni provocate già dal terremoto de L'Aquila.
Per questa ragione Marcello D'Alberto, direttore dell'USR, ha istituito un gruppo di lavoro che avrà il compito di gestire le pratiche riguardanti la parte aquilana del cratere sismico, così da limitare le penalizzazioni ai cittadini.


La strada per la ricostruzione non è mai facile, in particolar modo perché chi resta deve avere la forza di raccogliere i cocci e darsi da fare il doppio.
Eppure grazie alla sensibilità sul tema degli ultimi anni, ci sono dei sostanziali passi in avanti per aiutare una ricostruzione sociale e professionale.


Lo Stato ha infatti emesso nuovi finanziamenti a tasso zero per le piccole e medie imprese che vogliono investire nelle aree del Centro Italia danneggiate dai terremoti del 2016 e 2017.


Lo stesso è valso per il settore agrario dove è stata autorizzata una spesa di 20.900.000 di euro per il comparto bovino, ovino e suino delle regioni colpite dal terremoto e 2.000.000 per il settore equino. 
Ma le condizioni dei cittadini non sono ancora del tutto rosee: sono ancora tanti gli sfollati presenti nel teramano, così come le difficoltà che devono affrontare i sindaci delle realtà più duramente colpite.


L'Abruzzo deve contare su una disposizione delle risorse più povera comparata ai suoi danni, il quadro fa conto su un riavvio più lento, eppure gli stessi abruzzesi non si sono persi d'animo, dalle macerie di casa propria si sono rimboccati le maniche dimostrando ancora una volta la temerarietà e la forza di un'intera terra.



 

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