E’ stato interrotta ieri l’audizione dell’ex Dirigente del Servizio Prevenzione Rischi di Protezione Civile Regionale Carlo Giovani, diretto superiore di Sabatino Belmaggio, responsabile dell’Ufficio Rischio Neve e Valanghe all’epoca della tragedia di Rigopiano. La richiesta è stata avanzata dai legali del sindaco di FarindolaIlario Lacchetta, in quanto
“sono emersi precisi indizi di reità a carico del funzionario, per i reati di concorso in disastro e omicidio colposo plurimo”.
Giovani, in quanto a questo punto passibile d’indagine, da questo momento in poi potrà quindi essere ascoltato solo alla presenza del difensore. Prima dell’interruzione dell’audizione, il dirigente ha riferito come la Carta Storica delle Valanghe, al suo arrivo in Protezione Civile (anno 2013), giacesse “in uno scatolone”, assieme a tutta la documentazione sulle valanghe in Abruzzo, “con quattro dita di polvere sopra”; Carta Storica –precisa- già approntata sin dal 2006 e approvata dal Coreneva nel 2011.
Gli avvocati hanno riferito inoltre che è stata rigettata la loro istanza di accesso alle intercettazioni telefoniche realizzate dalla Procura dell’Aquila e inviate a quella di Pescara per competenza.
“Le intercettazioni telefoniche erano state richieste dalla difesa per una ragione ben precisa – spiegano Cristiana Valentini e Goffredo Tatozzi – in esse è possibile ascoltare soggetti Regionali, intercettati immediatamente dopo il disastro di Rigopiano, che parlano in merito al disastro e alla posizione regionale.
Essendo di chiara evidenza il rilievo probatorio degli atti, se ne era richiesta copia, in ottemperanza ad inequivocabile disposto del codice. Il rigetto della Procura, a parere della difesa, è non solo contra legem, ma anche gravemente lesivo del diritto alla prova, e per di più costituisce un vero ostacolo al diritto all’accertamento della verità, degli indagati come delle vittime, nell’ambito dell’indagine difensiva in essere”.