Camillo scivola sull'accento


Insomma, non proprio un refuso né un erroruccio di poco conto né una semplice svista, ma ignoranza


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
15/09/2018 alle ore 12:18

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E insomma, capita nelle migliori famiglie, soprattutto se le famiglie sono un po’ presuntuosette e vanno in giro a petto in fuori a fare le prediche agli altri. Capita di fare figuracce, e ieri ne è capitata una grossa ma proprio grossa al neo parlamentare Camillo D’Alessandro, famiglia Pd: scivolone sull’Abruzzo, la regione che rappresenta. Che sarebbe potuta passare inosservata ma quando stai lì tutti i giorni a rimarcare gli errori degli altri, spesso dei cinquestelle, così fan tutti, e giovedì di Giorgia Meloni proprio sulla materia in cui poi scivoli tu, allora la matita blu non te la toglie nessuno. 

Insomma succede che Camillo, specializzato nelle dirette Facebook, sia intervenuto in pompa magna in aula, da bravo parlamentare: intervento annunciato con suono di tamburi e conto alla rovescia, “seguitemi sto per intervenire, non vi perdete il mio intervento”. E Giovanni Damiani, ambientalista di spicco, si sintonizza su Radio Radicale per seguire il dibattito parlamentare in corso sulla legge in bilancio. Ed ecco Camillo in aula nomina Tempèra, borgo tra L’Aquila e Paganica, ma la chiama “Tèmpera,” con l’accento sulla prima sillaba. L’errore non sfugge a Damiani che lo spernacchia su Facebook:

“Qualcuno dica all’on. abruzzese Camillo D’Alessandro che il nome di Tempéra, borgo tra L’Aquila e Paganica gravemente colpito dal terremoto del 2009, si pronuncia con l’accento fonico sulla penultima vocale e non sulla terzultima. Infatti come pronuncia lui la parola diventa la terza persona singolare del presente indicativo del verbo tèmperare: “egli tèmpera”. La pronuncia corretta della parola (che è parossitona o piana) richiede l’accento sulla penultima vocale: Tempèra. Aggiungo che Il toponimo deriva dal fatto che il Paese è attraversato dal fiume Vera, di origine sorgiva, con acque purissime chimicamente oligominerali, oggi Riserva Naturale e che ospita una specie di plecottero endemico (val a dire che è solo lì e in nessuna altra parte del mondo), eccetera eccetera.

Insomma, non proprio un refuso né un erroruccio di poco conto né una semplice svista, ma ignoranza. E passi, anche se c’è poco da passare se fai il parlamentare. Se poi ci metti che il giorno prima, appena il giorno prima, il buon Camillo si era fatta beffe di Giorgia Meloni bacchettandola in pubblico per aver descritto un Abruzzo “da Fontamara, che evidentemente la Meloni non conosce”, e i dirigenti abruzzesi di Fratelli d’Italia che “fanno fare una magra figura alla loro leader”, si deduce: 1) che la Meloni forse non conosce Silone; 2) che D’Alessandro non conosce l’Abruzzo oltre il confine teatino.

Ps: però c’è tempo per rimediare: basta studiare, e di tempo ora ce n’è: per farlo bisogna aprire i libri e temperare bene le matite, con l’accento sulla prima “e”.

 

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