Che ne pensano i sindacati delle chiusure domenicali?


"Occorre contenere il numero di aperture entro un range già condiviso dalle parti sociali, Datoriali e Sindacali, ed anche lasciare la competenza decisionale alle Istituzioni locali".


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
13/09/2018 alle ore 08:29



In merito alla proposta del Ministro Del Lavoro Di Maio di procedere al superamento della legge del governo Monti di liberalizzazione delle aperture domenicali e festive dei centri commerciali in Italia, si è scatenata, secondo FISASCAT Cisl Abruzzo Molise, una polemica eccessiva ed ingiustificata.

I rappresentanti di FISASCAT Cisl Abruzzo Molise hanno dunque dichiarato: “Sono comprensibili le polemiche della Federdistribuzione, che rappresenta in Italia la gran parte delle grandi società di centri commerciali, con annesse minacce di esuberi e conseguenti licenziamenti di oltre 50 mila lavoratori nei prossimi mesi, ma non comprendiamo certamente il coro di commentatori allarmati, più o meno informati sugli argomenti di cui parlano”.

Ed ancora: “E’ ormai accertato, che la liberalizzazione del governo Monti, non ha portato benefici ai fatturati delle aziende, ma ha solo introdotto una diversa modalità di svolgimento dei consumi nel Paese ed una diversa distribuzione e peso degli stessi nell’arco della settimana. Come, è altrettanto risaputo, che la crisi dei grandi centri commerciali da alcuni anni, non è rappresentata dall’eventuale superamento delle aperture domenicali e festive, ma da scelte di politiche commerciali conservative e dall’avvento del commercio on line, che in Italia, ormai, muove fatturati a due cifre”.

Hanno quindi proseguito: “Per questo, come FISASCAT CISL ABRUZZO MOLISE, non comprendiamo il fuoco di fila contro una delle poche (o rare) proposte concrete fino ad oggi avanzate dal Governo. Nel corso degli anni delle liberalizzazioni incontrollate, almeno in Abruzzo e Molise, ma anche in tutta Italia, le grandi catene commerciali, come sta avvenendo anche in questi ultimi mesi (Carrefour, Auchan, Finiper, Conad, Simply, ecc.), stanno portando avanti un piano di riorganizzazione ed in qualche caso di disimpegno dall’Italia, con conseguenti licenziamenti e riduzione di posti di lavoro, nonostante il consolidato ricorso ad aperture per tutto l’arco dell’anno, Natale, Pasqua e ferragosto compresi”, sottolineando pertanto come la scelta del governo Monti non abbia aiutato molto il commercio; ne sono testimoni le piccole e medie aziende locali, che sono state vinte dallo strapotere delle catene.

Ecco, dunque, non sarà la modifica della legge a cambiare i destini del commercio in Italia e Abruzzo e Molise.

Secondo la FISASCAT CISL ABRUZZO MOLISE, occorrerebbe contenere il numero di aperture entro un range già condiviso dalle parti sociali, Datoriali e Sindacali, nella contrattazione collettiva vigente ed anche lasciare la competenza decisionale alle Istituzioni Regionali e Locali, attraverso il confronto democratico e concertativo con tutte le parti sociali interessate, al fine di definire, caso per caso (territori a vocazione turistica, ecc), le modalità di apertura delle attività commerciali.

Un modello di concertazione già in vigore prima del provvedimento “Salva Italia” di Monti e che rispondeva alle reali necessità dei territori e delle economie locali.

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