Di film davvero belli se ne trovano pochi al cinema, in questi giorni.
E questa storia, ambientata ad Amsterdam nella prima metà del 600, vi farà trascorrere due ore piacevoli, con qualche momento di coinvolgimento per il racconto, sicura ammirazione per le ricostruzioni scenografiche dell’Olanda di quell’epoca, picchi di disprezzo (nella prima parte) per le cadute di stile del ricco mercante protagonista, interesse storico per la questione della bolla speculativa dei tulipani, che pare sia stata la prima della storia del commercio moderno; poco altro però, se non forse un ricordo de La ragazza con l’orecchino di perla, che metteva insieme gli stessi ingredienti.
La protagonista è una giovane orfana, Sofia, che ha sempre vissuto tra le rassicuranti pareti del convento che l’aveva accolta bambina, quando, a causa di una epidemia, aveva perso entrambi i genitori. La badessa, interpretata dalla grande Judi Dench, è uno dei buoni motivi per vedere il film: certamente la migliore interprete, dà talmente tanto mordente all’anziana religiosa che alla fine avrete la sensazione, in gran parte fondata, che sia stata lei l’alfa e l’omega di tutta l’intricata ed a tratti inverosimile vicenda.
Uno dei punti di forza della sovrana incontrastata delle suore è di gestire direttamente la coltivazione dei bulbi di tulipano, intorno ai quali si scatena, in quegli anni, una vera e propria corsa irrazionale all’acquisto ed alla vendita a fini speculativi.
Gli acquirenti devono passare dal chiostro per riscuotere ciò che si sono aggiudicati. Ed è sempre lei a decidere del destino di Sofia, dandola in sposa ad un uomo ricco e molto più anziano, raccomandandole di assicurargli il tanto desiderato erede (“Ama onora e obbedisci” le dice, certa di instradarla verso la serenità di una vita da ricca).
Tutto sembra scorrere sui binari di un classico matrimonio anagraficamente squilibrato, quando nella casa coniugale “irrompe” un giovane pittore, incaricato dal mercante di fare loro un ritratto commemorativo di un legame sentimentale mai nato. Immaginerete facilmente cosa accada, Sofia e l’artista sono troppo attraenti per non essere reciprocamente calamitati e precipitare nell’abisso degli amori sbagliati, ancor più nel ‘600. Puro intrattenimento, film da pop corn e da romantici senza grandi pretese di complessità.
Io più di 3 ciak penso non meriti, in gran parte per la badessa ed anche per le splendide visioni della capitale olandese in quegli anni, della sua vivacità, sporcizia, impudicizia. Più o meno nello stesso periodo in cui in Italia si bruciava vivo Giordano Bruno, i Paesi Bassi erano crocevia degli scambi commerciali e culturali tra l’Europa ed i paesi più lontani. Meglio i tulipani delle eresie, questo è certo. Ed i risultati, a distanza di quattro secoli si vedono, se è vero che l’Olanda è il paese del vecchio continente con il tasso più basso di disoccupazione; mentre noi qui stiamo ancora a combattere con le streghe e gli stregoni.
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