Il civismo? L'alternativa all'incapacità della politica. Parlano Toto e Di Stefano


Sala gremita per l'evento organizzato dalle Civiche per l'Abruzzo "Finalmente si è dimesso. La festa la facciamo noi"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
11/09/2018 alle ore 08:57

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Il civismo che fa breccia e che piace (stando alle presenze in sala). C'era il pubblico delle grandi occasioni all'Aurum di Pescara per l’evento “Finalmente si è dimesso. La Festa la facciamo noi”. Le Civiche per l’Abruzzo, attraverso le voci dell’on. Daniele Toto (Liberal Abruzzo) e del sen. Fabrizio Di Stefano, hanno analizzato la situazione attuale della Regione, individuandone le criticità. 

«Come si suol dire, l’assassino torna sempre sul luogo del delitto». Così Daniele Toto nel discorso di apertura dell’evento, ricorda com’è nata la collaborazione nell’ambito del civismo con Di Pangrazio, Schiavo, Zelli. «Abbiamo cominciato proprio qui, cinque mesi fa, un percorso di aggregazione, di civismo. Ci siamo messi in discussione.

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Abbiamo ipotizzato di costituire insieme una piattaforma che avesse la possibilità di andare ad ascoltare nei territori quelle che erano le istanze in un momento in cui la politica forse era nel momento più buio della storia della Repubblica. E lo abbiamo fatto con grande convinzione organizzando eventi, andando a scoprire cosa accadesse nel territorio.

Lo abbiamo fatto con umiltà e capacità di ascoltare ma soprattutto con la voglia di creare la possibilità che l’elettore ci potesse credere. Oggi la politica è deludente, perché i partiti politici oggi non sono null’altro che una stanza chiusa dove persone che hanno una rendita di posizione impediscono ad altre di entrare perché vogliono candidarsi esse stesse, a posizioni di potere».

Toto sottolinea come il civismo supplisca, in questa fase storica, all’incapacità della politica di arrivare a una definizione dei problemi del territorio e dei cittadini.

«Mai come in questo momento c’è una discrasia tra ciò che il cittadino immagina come vero, reale, e ciò che invece dice la politica. Ci sentiamo ripetere che tutto funziona ma la realtà è completamente diversa. L’Abruzzo non è un cartone animato, anche se i personaggi politici che lo rappresentano assomigliano a mediocri attori di un teatro che sta scendendo. L’evento di oggi lascia il seguente messaggio: ci legittimiamo come forza politica e lo facciamo uniti, forti dei nostri convincimenti».

Fabrizio Di Stefano fa eco a Toto con una massima di Sallustio: «Cinque mesi fa venni qui ad ascoltare il primo incontro delle Civiche per l’Abruzzo, per capire meglio cosa davvero movesse costoro. Come diceva Sallustio: “saper parlare è dono di molti, saper tacere saggezza di pochi, saper ascoltare generosità di pochissimi”.

Oggi più che mai, chi vuole fare politica deve saper ascoltare la gente. E la prima cosa che ho notato in questo gruppo è la volontà e la consapevolezza di aver compreso che in questo momento c’è bisogno di una risposta forte e sinergica della parte d’Abruzzo che è più sensibile, perché questa Regione non può più continuare così. L’Abruzzo ha sofferto e soffre, per cause naturali e non.

È pure vero però che nel caso dei due terremoti c’è stata grande lentezza nella ricostruzione e lì c’è la concausa umana. Siamo stufi che l’Abruzzo vada sulle cronache nazionali soltanto per le negatività. La sanità fa acqua da tutte le parti, la viabilità interna è un disastro, non c’è manutenzione. Questo territorio che ha tanto da offrire non è valorizzato come dovrebbe».

Di Stefano sottolinea che a suo parere, D’Alfonso e la sua squadra avrebbero dovuto riconoscere il proprio fallimento al governo della Regione e si sarebbe dovuti tornare alle urne. L’Abruzzo, secondo l’onorevole, ha bisogno di una speranza. C’è bisogno di uomini e donne che vogliano dare un apporto serio alla Regione. Sono convinto che l’Abruzzo può tornare a camminare con idee vere».

 

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