Peggio la toppa delle Ombrelline



di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
04/07/2017 alle ore 06:18



La prossima volta ingaggerà gli ermafroditi, dice in conferenza stampa il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso. Lo dice e non scende il gelo in quella sala azzurra piena zeppa di giornalisti e di membri dello staff, e che anzi poco prima, appena introdotto l’argomento Ombrelline, si era riempita di risatine. E’ imbarazzante la risposta del governatore, imbarazzanti le cose che dice, le mosse sue e dei suoi collaboratori, imbarazzanti quelle risate dopo che il caso delle Ombrelline, le ragazze reggi-ombrello per riparare i politici dalla pioggia e dal sole, ha fatto il giro del mondo. Gli ermafroditi, sottolinea, per evitare le accuse di maschilismo.

Farà quattro cose, il prossimo anno, rilancia D’Alfonso:

“Un appalto concorso che preveda in automatico il ricovero da antipatia atmosferica”, e giù risatine (del pubblico e del suo direttore generale temporaneo Vincenzo Rivera); la disponibilità di ombrelli che non faccia preferenze di genere; la scelta di una data che sia più al riparo da piogge e da sole; e la scommessa sugli ermafroditi”.

Bisogna spiegarlo però un linguaggio così cabarettistico, perchè non c’è un traduttore simultaneo che interpreti le parole del governatore: colpa del tempo, della pioggia e del sole improvvisi, a giugno, colpa del fatto che solo le donne, guarda un po’, erano dotate di ombrelli; e la prossima volta per non ricevere accuse di maschilismo, ingaggerà degli ermafroditi. E non fa niente che poi a reggere quegli ombrelli ci fosse anche la figlia Benedetta, “una minorenne”, dice, “devo sperare che i genitori non facciano denuncia”.

D’Alfonso con Rivera

La parola tanto attesa, scusate, non viene pronunciata. Lo fa invece da Bologna il presidente dell’Emiia-Romagna Stefano Bonaccini, presente anche lui alla Fonderia, la Leopoldina d’Abruzzo, insieme a D’Alfonso, al ministro De Vincentie al rettore dell’università di Teramo Luciano D’Amico. Anche lui, per poco tempo, ha approfittato del riparo delle Ombrelline.

“Alla tavola rotonda cui ho partecipato, cominciata peraltro in ritardo, sono rimasto soltanto poche decine di minuti, come hanno potuto vedere tutti i presenti, perchè una volta intervenuto, tra i primi relatori, sono immediatamente ripartito per Modena, per poter essere sul posto, vicino agli organizzatori del concerto di Vasco Rossi, un evento di portata straordinaria”. E aggiunge: “Quando è cominciata la tavola rotonda non c’era alcuna ragazza sul palco: sono salite poco dopo, quando ha cominciato a piovere” specifica il presidente “certamente non è stata una scelta felice da parte degli organizzatori e quell’immagine parla da sola. Si ammetta quindi che è stato un errore: il ruolo delle donne è ben altro, è fondamentale in ogni campo della vita, e ciò non può mai essere messo in discussione”.

Si ammetta l’errore, chiede Bonaccini. Ma dall’Abruzzo fanno orecchie da mercante. Ma quando mai, anzi si risponde con risate e insulti. Eppure non c’è nulla da ridere. Alla Regione nessuno ha capito qual è il problema, non l’ha capito il presidentissimo ma neppure il suo staff: che fossero donne a reggere gli ombrelli è davvero triste, come triste è il fatto che non ci fossero relatrici alla Fonderia, ma non è questo il punto. D’Alfonso non ha capito che il problema erano proprio loro, lì seduti, che hanno accettato come fosse normale, scontato, per niente anomalo, che un essere umano reggesse loro l’ombrello.

Lo dimostra la foto, che è comparsa ieri sui social: il suo addetto stampa che regge l’ombrello a una staffista, per dimostrare che non sono così maschilisti, che possono giocare anche a ruoli invertiti.
Ironia manco per niente, i loro sorrisi sono da brivido, e lo dimostrano i commenti nervosi, volgari, violenti che sono andati in giro su Fb. Come quello di uno dei suoi più fidati collaboratori che a un lettore che si dichiarava intristito di fronte alla foto delle Ombrelline, ha risposto:

“Con una mano l’ombrello, con l’altra i fogli, con un piede il microfono e con l’altro, un bel calcio nel culo”.

No, non si possono tollerare risposte simili, a meno che non si sia perso il senso e il limite della responsabilità e della decenza. Non si può, se rappresenti un presidente di Regione.
Ed è imbarazzante il codazzo di commentatori e di commentatrici che il presidente ha ingaggiato per dire che è una stupidaggine, ma che polemica è mai questa, che razza di strumentalizzazione, ma insomma erano volontarie no erano hostess.

Il commento più esilarante è di un tizio che sostiene che

“fare polemica sugli ombrelli è come minimo da basso profilo. Succede in tutti gli sport e non solo, e nessuno critica, anzi”.

Gli risponde a strettissimo giro una assidua legale d’ufficio di D’Alfonso e la sua risposta è esilarante: “Giusto!”. Peccato non si tratti né di sport né di sportivi, ma di politici, di un presidente di Regione e di un ministro. Che strazio quegli ombrelli e quelle ombrelline, che strazio quelle risate della senatrice Stefania Pezzopaneseduta in prima fila nel servizio di Ezio Cerasi del Tg3 Abruzzo, e che non dice niente, né lei né le altre donne, nessuna presa di posizione parte dall’Abruzzo.
Non hanno capito, mentre tutta l’Italia si indigna e li deride: il presidente della Toscana, Enrico Rossi: 

“Ora scoppiamo che certi politici si servono delle “ombrelline” per ripararsi dal sole. Mi piacerebbe un Paese e un futuro in cui ci fossero uomini gentili con le donne; e in caso di pioggia o di sole fossero loro a ripararle senza paura di bagnarsi o di scottarsi”.

Il capogruppo di Articolo uno Francesco Laforgia, il filosofo e scrittore Paul Vacca, le più grandi testate nazionali, i blog e i social, è una tempesta di fuoco e di derisioni. L’Abruzzo è diventato lo zimbello del mondo.
ps: grazie Luciano D’Alfonso.

GALLERIA FOTOGRAFICA


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