Condannata in primo grado per omicidio colposo Anna Carfagnini, la dottoressa del policlinico di Chieti accusata di non aver diagnosticarono in tempo la dissezione aortica che, il 2 dicembre 2012, ha provocato la morte di Roberto Barrucci, noto avvocato teatino.
Così si è pronunciato il giudice del tribunale locale- sezione penale Isabella Allieri, accogliendo la richiesta del pm Marika Ponziani, condannando l’imputata a 6 mesi di reclusione, oltre al risarcimento a titolo di provvisionale di 20 mila euro per ogni parte civile.
Costituite parti civili moglie, sorella e figlie di Barrucci difese dagli avvocati Italo Colaneri, Paolo e Marco Ciammaichella, Cristiano Sicari e Massimo di Vito. Tutti del foro di Chieti, mentre l’imputata è stata difesa dall’avvocato Vincenzo Margiotta di Sulmona.
il 5 dicembre del 2012 Barrucci, 59 anni, morì al pronto soccorso del policlinico, dove era arrivato intorno alle 3.30 con la propria auto, lamentando forti dolori al petto e difficoltà respiratorie. Il personale di turno dopo averlo visitato, omise di attuare la terapia chirurgica d’urgenza indicata nel caso di specie – come si legge nel capo di imputazione- “pur in presenza di chiari sintomi che avrebbero dovuto suggerire la corretta diagnosi, quale dolore toracico retrosternale, ipertensione, ectasia dell’arco aortico con ingrandimento del ventricolo sinistro documentati dagli esami ematochimici”. Tutti esami che a detta del tribunale avrebbero dovuto indurre a diagnosticare la dissezione dell’aorta e salvare la vita dell’avvocato teatino, come sostenuto dalla perizia medica a cura del professore Enrico Marinelli della Sapienza di Roma. Che ha confutato quella affidata a Cristian D’Ovidio, docente dell’università Gabriele Annunzio di Chieti Pescara, classificandola, al contrario, una morte inevitabile.