Misteri del conformismo nostrano. Che, comunque, sta producendo la vendetta della verità. Vendetta che sta schiacciando tanti fustigatori. Gente come la Argento o la Boldrini, Don Ciotti o Saviano o Fazio. Cosicchè la fine della sinistra appare sempre più come la nemesi di ogni conformismo e di ogni stucchevole buonismo a senso unico.
È la vendetta della verità, appunto. Verità che, presto o tardi, si incarica di far strame di ogni bugia, di ogni finzione e di ogni millanteria. Verità come quelle che stanno facendo adesso affiorare, contraddizioni, interessi e collusioni.
Sotto le macerie del viadotto Morandi di Genova, per dire, non sono rimaste soltanto le 43 vittime innocenti. Vittime che gridano vendetta al mondo per la sciatta, criminale incuria che li ha portai via all'affetto dei loro cari.
No, sotto quelle macerie c'è rimasta anche una larga fetta della nostra più che singolare imprenditoria: quella assistita, pasciuta, foraggiata dagli sponsor politici.
Industriali senza industrie e impreditori senza alcuna idea e alcuna intrapresa: una specie autoctona, unica al mondo. Gente che è sempre riuscita ad ottenere quantità imbarazzanti di soldi a rischio zero (per loro), frutto di frequentazioni appropriate e di divine grigliate.
Ebbene, nessuno dei pasdaran sempre in prima linea ha fiatato o detto nulla. Nessuno s'è indignato. Se si eccettua il mea culpa vanesio (e sempre radical chic) di Gad Lerner né la Asia Argento né la Laura Boldrini né Don Luigi Ciotti né Roberto Saviano e neppure il genovese Fabio Fazio hanno proferito verbo. Eppure ce n'era e ce n'è da dire e da gridare indignazione su Genova.
Ci sono stati morti e feriti. E tutti più che innocenti. Che se non proprio una maglietta rossa o una dichiarazione, almeno un fiocco listato a lutto sulle loro pagine social avrebbero dovuto meritarlo. Niente. Silenzio assoluto. Se non c'è da attaccare Matteo Salvini, meglio tacere. Magari ci scappa un invito o una sponsorizzazione.
Analogo e, perciò stesso, assordante è stato l'atteggiamento successivo alla notizia -clamorosa assai!- del diciassettenne americano che sarebbe stato molestato (e stuprato!) proprio da colei che è una delle leader mondiali del movimento #me-too.
Zitti. Zittissimi. Totalmente afoni. A fronte delle accuse circostanziate e a seguito della difesa colabrodo dell'interessata (col miserabile tentativo di scaricare tutto sul povero fidanzato cuoco morto suicida!), non si è sentito alcun dotto rimbrotto da Saviano, alcuna snervata indignazione dalla Boldrini nè alcuna stridula intemerata da Don Ciotti o piagnucolosa domandina da Fazio: quasi che la storia del 17enne statunitense pagato dalla signora Argento in cambio del suo silenzio fosse cosa del tutto diversa da quella della 17enne spogliarellista (ricordate?) pagata da Berlusconi!
Misteri del conformismo nostrano.
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