Un evento da 48.190 euro (Iva compresa). Tanto è costato alla regione Abruzzo organizzare all’Abbazia celestiniana di Santo Spirito al Morrone a Sulmona la ‘leopoldina’ della Fonderia. Ormai famosa, anche a livello nazionale, per la polemica delle ‘ombrelline’, le signore (e signorine) che hanno coperto gli invitati del 'parterre de rois' accorso alla kermesse voluta dal governatore Luciano D’Alfonso. “Giuro, con quei fondi europei (individuati su due capitoli di spesa afferenti la comunicazione del Fse e del Fesr) non abbiamo comprato né ombrelli né cappellini” spiega ad Impaginato.it il direttore generale della regione, Vincenzo Rivera. Gli ombrelli incriminati, tutti di colore diverso, insomma sono stati rimediati lì per lì per tamponare all’ ‘emergenza’ sole prima, pioggerellina poi. O viceversa.
Dettagli. Perché quello delle ‘geishe’ ombrello-munite è stato invece un pasticciaccio brutto. Su cui D’Alfonso e i suoi ora masticano amaro. “Quelle donne hanno fatto un gesto spontaneo. Prova ne sia che una delle ragazze è la figlia del presidente della regione. Io stesso ho sostituito un dispenser dell’acqua, come gesto di cortesia verso chi avrebbe dovuto provvedervi. Però non mi hanno fotografato. Forse non a caso” sottolinea Rivera che almeno si è risparmiato in questo modo le polemiche sul direttore-acquaiolo. Amenità a parte, il direttore generale è rammaricato per l’episodio che ha oscurato il vero obiettivo dell’appuntamento. E che era declinato già nella relazione tecnica dell’appalto di affidamento del servizio: “radunare i migliori pensatori italiani ed abruzzesi che insieme ai policy maker possano immaginare e cantierare i progetti che porteranno l’Abruzzo nel futuro”.
Qualcosa però è andato storto, almeno a sentire l’eco delle polemiche che non sembrano cessare. E che per una volta hanno risparmiato persino i contenuti politici. “Certo si è trattato di un evento politico, ma che avevamo concepito per rendere lustro ad un luogo meraviglioso e denso di storia. Qui, nel cuore dell’Abruzzo, è spirato il vento nuovo del Rinascimento trent’anni prima che a Firenze. E qui abbiamo voluto che venisse il responsabile della Commissione europea che ha in mano una borsa da oltre 200 milioni. E che per la cronaca si è detto entusiasta del nostro patrimonio artistico ed in particolare di questa straordinaria struttura che fino a poco tempo fa era adibita a carcere: forse, anche grazie alla decisione di celebrare qui la Fonderia, l’Ue prenderà in considerazione la nostra idea di farne un centro scientifico di primaria importanza. Il nostro è un tentativo ambizioso. Può diventare la nostra 'Camp David' del futuro” sottolinea Rivera. A cui, più prosaicamente, abbiamo chiesto conto dei soldi che sono stati necessari per organizzare l’evento.
Cifre per la verità prontamente fornite “perché non c’è proprio nulla da nascondere, anzi. Io ho usato la sciabola su tutte le voci”. Il 16 giugno la giunta guidata da D’Alfonso ha finalizzato l’acquisto di un pacchetto di servizi aggiudicato alla società Mirus srl. La spesa più importante è quella da 20 mila euro per le tecnologie (wi-fi, microfoni, lavagne magnetiche e così via), seguito dal catering (5.650) e la comunicazione: 4000 euro per l’acquisto di 9 spazi tv e 11 spazi sui siti internet. Voce quest’ultima andata addirittura di traverso ad alcune testate che hanno denunciato l’esiguità delle somme. Per la stessa cifra sono stati pagati 20 gazebo, mentre per le 600 sedie bianche con bracciolo ne sono state spesi 2000. E il palco? E’ costato 600 euro. Era rivestito di moquette blu. Aver pensato anche alla copertura…