Voci di rimpasto si susseguono già dall’ottobre 2017, l’ufficio sisma è in coma da tempo e la sindaca non ha fatto una gran bella figura nemmeno nella fase iniziale di gestione degli incendi del Morrone, l’Estate scorsa. L'assessore regionale Andrea Gerosolimo, la sera in cui la montagna sacra infiamma, il 20 agosto su Facebook, già pensa al rimboschimento. Trascorreranno altri 20 giorni di fuoco.
Casini quel giorno è in vacanza e dal mare pretende di aggiornare sui roghi. Fortunatamente la vice sindaco Mariella Iommi sa colmare la lacuna, con la mascherina assicurata al collo sempre presente nei luoghi caldi e nelle aree più a rischio, come quella residenziale della frazione Marane. Iommi resterà nei presidi dalle prime ore in cui il fuoco minaccia le abitazioni ai piedi del monte.
L’8 novembre 2017 dal rimpasto di giunta, costretto dalle dimissioni degli assessori Paolo Santarelli (edilizia scolastica e sanità) e Mario Sinibaldi (lavori pubblici), la sindaca ricostruisce il plenum dell’esecutivo comunale con le nomine di Nicola Angelucci e Stefano Mariani. Accusata di immobilismo, soprattutto per i lavori di messa in sicurezza degli edifici scolastici e per la ricostruzione privata, post sisma, la giunta Casini si difende addossando i ritardi ancora alle carenze di organico sotto-strutturato degli uffici del Comune.
Nei container installati nel cortile interno dell’ex caserma Cesare Battisti 300 giovani studenti, profughi della scuola Mascinagioli, entrano solo il 12 dicembre 2017, sono trascorsi 8 anni dal sisma e ne sono seguiti altri che scuotono la città. La maggioranza ha già molto da farsi perdonare, dalla passiva accettazione delle decisioni regionali al declassamento dell’ospedale Peligno, approvato persino con delibera comunale. Il presidio Peligno è sacrificato per uscire dal commissariamento della sanità abruzzese.
Alla pioggia di milioni del Masterplan d’Alfonsiano che non arrivano, Sulmona si accontenta delle briciole e festeggia 2 milioni di euro, ancora, per il complesso dell’abbazia Celestina, mentre strade e palazzi cedono e crollano. Nessun sostanzioso progetto all'orizzonte, si vive con i progetti delle passate amministrazioni.
IN ROVINA
Sembra tutto in rovina a Sulmona, la riforma del mercato di piazza Garibaldi è un flop e l’annuncio a sorpresa della sindaca di dimettersi accresce i malumori. Al protocollo il 27 dicembre 2017 le prime dimissioni di Casini vengono ritirate su effimere promesse d'impegno romane dei ministri del Pd che temono di non rientrare in gioco per e elezioni.
Vale la decisione della presidenza del consiglio dei ministri che il 22 dicembre 2017 chiude la partita, sfavorevolmente per la comunità Peligna, aprendo all’autorizzazione della centrale di spinta della Snam a Case pente. Non porta ad alcun risultato la minaccia di riconsegna della fascia tricolore che il sindaco, in alcune occasioni, ha persino indossato in modo non proprio regolare.
La città è sporca e trascurata, la ricostruzione non parte e si rischia di perdere i fondi già stanziati per ristrutturare gli edifici lesionati. Non è solo questione di burocrazia, ma di carenze di organico e d’incapacità amministrativa. Il blocco dell’ufficio sisma accumula pile di pratiche. Coperture momentanee e insufficienti per il personale non risolvono l‘intoppo mentre altre località della valle Peligna si riempiono di cantieri.
Anche il Bimillenario ovidiano non riceve le attenzioni sperate da Roma e tanto annunciate dalle senatrici Paola Pelino (FI) e Stefania Pezzopane (Pd). L’amministrazione perde altri pezzi, l’assessore alle politiche Alessandra Vella che si ritrova, di punto in bianco, fuori dalla giunta il 17 febbraio 2018. Poi è la volta del vice sindaco Iommi. Non basta quanto fatto dall’instancabile vice sindaco.
L’avvocato Maria Assunta Iommi ha consentito comunque di raggiungere qualche buon risultaoi nell’urbanistica. Scelte di natura politica e amministrativa, giustifica il sindaco e a dover lasciare l'esecutivo, il 20 aprile, non è solo Iommi, ma anche Cristian La Civita che non riesce nella promessa riorganizzazione amministrativa.
Una delle liste determinati per l'elezione di Casini, Alleanza per Sulmona, lascia la maggioranza. Altra lista civica della maggioranza è critica nei confronti dell’operato della prima cittadina, è Avanti Sulmona guidata da Fabio Pingue, papabile ad una eventuale futura sindacatura e Katia Di Marzio, presidente del Consiglio. Viene creata la figura del superassessore con Antonio Angelone, e ancora si aggiungono in giunta Alessandro Bencivenga, insegnante che si oppone al manifesto della provocante Valeria Marini, per l'edizione 2018 della Giostra cavalleresca e l'avvocato, Annarita Di Loreto.
Nulla di fatto. Le iniziative organizzate in paese lasciano segni indelebili e danni sui monumenti, non si pensa nemmeno al prevedibile. L'estensione della raccolta differenziata all'intero paese è il completamento del lavoro della passata amministrazione.
“Dopo aver tirato a campare per due anni, il sindaco Casini ha preso la scelta logica e doverosa di staccare la spina a questa amministrazione comunale. Una scelta evidentemente maturata per sfinimento, visto che la crisi politica in maggioranza si trascinava avanti ormai da mesi - così commenta le seconde dimissioni, Giovanni Bartolomucci, responsabile sulmonese da CasaPound Italia - Abbiamo un’unica richiesta: che il sindaco con un atto di coerenza prosegua diritta sulla strada delle dimissioni, senza ritirarle, per permettere così il ritorno al voto. Quanto al giudizio su questa amministrazione, riteniamo che ad esprimerlo sia il continuo flusso di sulmonesi che in questo anno sono emigrati altrove per mancanza di prospettive nella propria terra”.