Rigettato il ricorso dei Cinquestelle: l’incompatibilità del presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, eletto senatore il 4 marzo scorso, dovrà essere stabilita dalla Giunta per le elezioni del Senato. In pratica il tribunale civile dell’Aquila ha dato ragione a Dalfy, che da sempre sostiene la stessa tesi.
E’ stato un apriti cielo, ieri pomeriggio, con i fedelissimi che inveivano contro i Cinquestelle, avete visto, chiedete scusa.
Ma c’è poco da chiedere scusa. Gli effetti collaterali dell’ostinazione di D’Alfonso a mantenere le due poltrone, costringendo lui e spesso il Consiglio regionale, la giunta, tutti gli uffici, sono pesantissimi: per la sua immagine, per l’immagine di tutta la giunta regionale, per il Pd ormai ridotto ai minimi termini e per chi gli tiene bordone. In politica l’opportunità, l’etica, la responsabilità dovrebbero prevalere su tutto, persino sulla legittimità.
Non c’è da esultare se un tribunale boccia il ricorso contro Dalfy: ieri sera tra i primi è stato Camillo D’Alessandro a sbeffeggiare i pentastellati.
ps: Proprio lui che poco dopo l’elezione a parlamentare si è dimesso.
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