Meno terra coltivata: l'allarme di Confagricoltura Abruzzo


"Negli ultimi decenni la nostra regione ha subito una conversione urbana dei suoli, tra le più intense tra quelle dell'Italia centrale"


di Laura Battista
Categoria: ABRUZZO
20/07/2018 alle ore 15:53

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Un comunicato firmato Confagricoltura Abruzzo, risalente al 28 giugno scorso, eppure passato inspiegabilmente in sordina, risulta ora più che mai attuale, anzi, dovrebbe costituire un argomento di discussione a livello regionale.

Nel comunicato, Confagricoltura Abruzzo informava che la Giunta Regionale ha approvato il P.L. 453/2017 “contenimento del consumo di suolo e tendenziale impermeabilizzazione del suolo urbano”, P.L. che ora è in discussione e valutazione presso le Commissioni Consiliari.

MENO TERRA COLTIVATA

Confagricoltura Abruzzo nell’audizione alla II Commissione del Consiglio Regionale ha altresì ribadito l’assoluta necessità di intervenire sulla sottrazione crescente di terreni coltivabili, esponendo i dati del rapporto ISPRA 2017 sul consumo del suolo nel territorio nazionale.

Tali dati certificano, in modo assolutamente inequivocabile, il fenomeno che riguarda i migliori terreni, sia dal punto di vista produttivo sia da quello ambientale e paesaggistico.

Per quanto riguarda l’Abruzzo, il rapporto ha rilevato che la nostra regione “negli ultimi decenni ha subito una conversione urbana dei suoli tra le più intense tra quelle dell’Italia centrale”.

Secondo Confagricoltura Abruzzo “la sottrazione di terreni agricoli è dannosa perché corresponsabile della perdita di produzione primaria e della crescente necessità di ricorrere all’importazione di prodotti agricoli necessari a garantire un’accettabile sovranità alimentare”. Oltre a ciò, si determinerebbe un bisogno di rifornimento di materie prime alle nostre agroindustrie, costrette a ricorrere sempre di più alle importazioni.

Confagricoltura Abruzzo ha poi definito “del tutto ingiustificata” l’utilizzazione edificatoria a fini residenziali, che invece, dovrebbe rappresentare un’eccezione; infatti, i dati della Camera di Commercio, evidenziano la costante e drammatica diminuzione del numero delle imprese agricole sia in Italia che in Abruzzo. Confagricoltura ha quindi rimarcato come il patrimonio edilizio residenziale esistente sia ampiamente sottoutilizzato e, soprattutto, sia stato realizzato attraverso forme di speculazione consentite da: facilitazioni amministrative, abbattimento di oneri concessori e norme facilmente violabili, principalmente da soggetti estranei al mondo agricolo.

Confagricoltura pertanto ha suggerito una serie di emendamenti, finalizzati a restringere ai soli Imprenditori Agricoli Professionali le possibilità edificatorie dei suoli agricoli, definendo, inoltre, in modo più dettagliato, l’unità minima aziendale, ossia la superficie minima che costituisce l’impresa agricola, necessaria ai fini dell’acquisizione del permesso edilizio.

Nello specifico, secondo Confagricoltura, l’unità minima dovrebbe essere di dieci ettari, di cui almeno cinque in proprietà del richiedente il permesso a costruire.

Altra limitazione dovrebbe riguardare il divieto di destinare ad uso diverso da quello agricolo, i terreni ricompresi nei territori cui insistono le denominazioni e indicazioni protette (DOP e IGP) dalla normativa comunitaria.

Confagricoltura Abruzzo, ancora, ha previsto che, al fine di salvaguardare la destinazione agricola del fondo, dell’immobile, delle sue pertinenze, i terreni asserviti per le costruzioni realizzate, dovrebbero essere trascritti alla Conservatoria dei Registri Immobiliari, a cura del Comune ed a spese dell’interessato e, non sul pubblico registro del comune, come invece erroneamente previsto dalle norme precedenti.

Confagricoltura ha dunque concluso che al momento, sfortunatamente, solo pochi comuni hanno introdotto questo registro immobiliare: ecco quindi la spiegazione dell’impossibilità di controllare eventuali abusi edilizi che hanno deturpato e purtroppo, continuano a danneggiare, il nostro territorio abruzzese e nazionale.

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