Licenziato in tronco, senza un perché. Con i vigilantes che gli hanno impedito di entrare nella sua stanza per prendere le sue cose personali. Licenziato per di più con effetto retroattivo: succede a Pescara, alla Camera di Commercio.
Succede a Roberto Pieratoni, ex segretario generale ed ex commissario ad acta per la nuova Camera di commercio di Pescara, ex direttore del centro estero della Cciaa che senza troppi convenevoli viene sbattuto fuori.
Al suo fianco si è schierata la Fp-Cgil che ha puntato il dito contro la determinazione d’urgenza adottata dal nuovo presidente Mauro Angelucci, in cui si afferma che tutti gli incarichi ricoperti da Pierantoni devono intendersi cessati a partire dal 21 dicembre 2017, quindi con effetto retroattivo e senza considerare che Pierantoni ha svolto il suo ruolo di segretario generale ben oltre la data del 21 dicembre.
Ma fanno di più: con un’altra delibera del nuovo segretario generale facente funzioni, viene considerato risolto anche il suo rapporto di lavoro, per cui “non sussiste più alcuna ragione che giustifichi la sua presenza nelle sedi dell’ente”.
Cacciato via insomma, e pure in malo modo. Con tanto di vigilantes armati.
“Atti gravissimi-dice il sindacato-per contenuto, per conseguenze sui diritti di un lavoratore, per conseguenze sul piano patrimoniale personale e anche sotto il profilo della gestione amministrativa di un ente pubblico, ponendosi in maniera assolutamente incoerente con il percorso istituzionale in atto, ed esponendo l’amministrazione stessa ai rischi e ripercussioni di natura economica e funzionale”.
“Non si è mai verificato nulla di simile – aggiunge Stefano Di Domizio della Fp-Cgil – mai visto che con sette mesi di ritardo vengano revocati incarichi che hanno comportato nel frattempo lo svolgimento di attività ufficiali in ottemperanza alle direttive ricevute proprio dall’amministrazione che oggi fa la revoca”.
Non è ancora tutto. Secondo Di Domizio
“il fatto ancora più grave è che sia stato unilateralmente risolto un rapporto di lavoro che traeva la sua origine da un contratto liberamente stipulato tra la Camera di Commercio di Pescara e Pierantoni, legittimamente ereditato nella nuova Camera di commercio dopo la fusione e avente scadenza il mese di marzo 2019. La continuità del rapporto di lavoro a seguito della fusione tra Chieti e Pescara, era stata confermata anche da un avvocato esterno il cui parere legale era stato acquisito dalla Camera di Commercio”.
Insomma, un attacco “grave e brutale” nei confronti di un dirigente che proveniva dalla Camera di commercio di Macerata (dove non potrà rientrare). E, ciliegina sulla torta, la vigilanza armata davanti alla sua porta.
ps: finirà tutto in tribunale, e la Camera di commercio rischia di pagare un conto salatissimo.
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