La vita di un uomo vale 5 mila euro


E' uno schiaffo in faccia ai familiari delle vittime del terremoto, ma è questo che stabilisce il decreto sul sisma del 2009


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
17/07/2018 alle ore 10:01

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Vale cinquemila euro la vita di un uomo, di un familiare, di un figlio, di un papà o di una mamma, vale cinquemila euro la vita di uno studente che ha perso la vita all’Aquila, perché è lì che era andato a studiare. Cinquemila euro che salgono a 40 mila se si tratta di un minore, ma se sei a cavallo della linea, o solo un po’ oltre, vali meno di uno scooter.

E’ uno schiaffo in faccia ai familiari delle vittime del terremoto, ma è questo che stabilisce il decreto sul sisma del 2009, l’ultimo atto del governo Gentiloni che contiene una serie di misure urgenti per le popolazioni del centro Italia e che è stato approvato il 28 giugno scorso a Palazzo Madama e dovrà passare alla Camera per il voto finale tra oggi e domani: 204 sì, tra cui quello dell’esponente 5 stelle Primo Di Nicola, l’astensione di Nazario Pagano di Forza Italia e l’assenza di Luciano D’Alfonso. E ieri, un nuovo rinvio: il governo non si è presentato in aula.

Le misure erano state sollecitate a più riprese dai presidenti delle 4 regioni interessate, dai sindaci dei Comuni inseriti nel cratere e dal Commissario alla ricostruzione Paola De Micheli, che ha ringraziato il governo per essersi fatto “carico delle nostre richieste”.

A partire dalla proroga della struttura commissariale fino al 2021, dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2018 (con uno stanziamento di 300 milioni) e dell’inserimento nel cratere di cinque nuovi comuni, tutti in Abruzzo: Catignano, Civitella Casanova e Penne in provincia di Pescara, Penna Sant’Andrea e Basciano in provincia di Teramo.

Ma il provvedimento contiene anche una serie di norme riguardanti tasse e contributi: la proroga della scadenza della cosiddetta ‘busta paga pesante’, la proroga e sospensione dei termini per gli adempimenti ed i versamenti tributari e contributivi e il posticipo del rimborso da parte di lavoratori dipendenti e pensionati al gennaio 2019. E a gennaio 2019 riprenderà anche il pagamento dei premi di assicurazione e dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro.

Il canone Rai viene sospeso fino al 31 dicembre 2020 mentre è prorogato al 31 dicembre di quest’anno il termine per la presentazione delle domande per la ricostruzione privata. Il provvedimento contiene poi altre due norme che erano attese dai territori: la regolarizzazione delle strutture provvisorie realizzate sui terreni di proprietà – la cosiddetta norma di ‘nonna Peppina’ – e la procedura di sanatoria delle “lievi difformità edilizie”, in sostanza i piccoli abusi – in una percentuale consentita del 5% – realizzati prima del 24 agosto 2016: i proprietari degli immobili possono presentare, contestualmente alla domanda di contributo, una segnalazione certificata di inizio attività in sanatoria pagando una sanzione tra i 516 e i 5.164 euro.

Introdotte infine una serie di misure per la tutela dei familiari delle vittime dei terremoti del 2016, del 2012 e del 2009: è previsto un indennizzo di 5mila euro, che salgono a 40mila se la vittima era un minore.

Dal decreto sono però rimaste fuori una serie di norme riguardanti altri terremoti – quello dell’Emilia Romagna del 2012, quello dell’Aquila del 2009 e quello di Ischia del 2017 – tanto che sia Fi sia il Pd, che ha votato a favore del decreto, hanno attaccato il governo.

“E’ stato fatto qualcosa tutti insieme – ha detto in Aula Fiammetta Modena(Fi) – ma quello che è rimasto fuori è importantissimo”.

 

ps: un passaggio importante, quello di oggi. Importantissimo. E vedremo come voteranno gli abruzzesi.

 

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