E’ vero, se ne stanno andando e con loro va via l’entusiasmo. Sono i giovani italiani, quelli dello studio e dell’alta formazione che non riescono a trovare lavoro in un paese che sembra non avere spazio per questi ragazzi, soprattutto nel pubblico impiego. Basta analizzare con occhio clinico e in maniera attenta i dati pubblicati dall’ARAN (Agenzia Negoziale del Pubblico Impiego) relativi all’aggiornamento al 2015, che tratteggiano una situazione della Pubblica Amministrazione decisamente preoccupante visto che ad avere meno di 30 anni è solo il 2,7% dei lavoratori, meno di 3 su 100. Un dato ancora più duro per l’Abruzzo dove si scende al 2,5%. Insomma, la P.A. non è proprio roba da giovani.
Negli ultimi 15 anni, dal 2001 al 2015, si nota un evidente invecchiamento della popolazione lavorativa di questi settori in quanto l’età media è passata da 44,2 a 50,4. Nel comparto Regione AA.LL., ad esempio, i dipendenti hanno aumentato l’età media di 6,8 anni, nella sanità 4,9, nei ministeri 8,1 e nella scuola 4,5 mentre nella nostra regione l’invecchiamento è ancora più alto visto che, nei Comuni abruzzesi, è stato di 8,2 anni e neanche le recenti assunzioni nei comuni del cratere aquilano sono riuscite ad abbassare questa media considerato che la stragrande maggioranza dei vincitori ha più di 30 anni.
Quello che emerge è dunque chiaro: la Pubblica Amministrazione sta invecchiando inesorabilmente, soprattutto in Abruzzo, dove la situazione è ancora più grave rispetto alla media nazionale e a risentirne non sono solo le nuove generazioni ma anche la qualità dei servizi erogati ai cittadini.
L’età media degli operatori sanitari nella nostra regione è di 53 anni, nel 2001 era di 46. Un invecchiamento costante e progressivo creato dal ridotto turnover nella Pubblica Amministrazione ma anche dal commissariamento della sanità della nostra regione che, dovendo contenere i costi, ha limitato prevalentemente quelli del personale. Ma anche se si cambia comparto emerge un quadro negativo: nei corpi dei vigili urbani dei comuni abruzzesi, ad esempio, la media è di 55 anni a fronte di 48 anni di quindici anni fa.
Una situazione decisamente pericolosa che meriterebbe indagini di approfondimento ma soprattutto soluzioni adeguate per i servizi offerti al cittadino e le opportunità di lavoro che dovremmo sempre offrire ai giovani abruzzesi.
Fabio Frullo