La proposta di candidare la città dell'Aquila tra le papabili per ospitare le Olimpiadi invernali del 2026, formulata in una fantomatica lettera dal deputato di Forza Italia Antonio Martino indirizzata al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti, lascia alquanto perplessi ed esterrefatti.
Non solo per la più che manifesta volontà di quest'ultimo e del nuovo Governo di distaccarsi completamente dalla precedente riforma dello Sport varata negli scorsi anni con una netta intenzione di totale smantellamento della stessa.
Sicuramente da un lato la candidatura sarebbe una fantastica opportunità per la città dell'Aquila e per l'intero Abruzzo di mostrare ancora una volta il proprio coraggio e la propria determinazione di voler tornare a volare e, anzi, spiccare decisamente il volo sfruttando al massimo le risorse del territorio. Dall'altro però bisognerebbe cercare di intervenire nei tempi e nelle modalità previste per centrare l'obiettivo e non soltanto per cavalcare l'onda della speculazione politica.
Risulta infatti che le altre città candidate (Torino, Milano e Cortina) abbiano presentato ufficialmente, e non solo a mo' di proposta, il 3 Luglio 2018 le candidature ed i dossier necessari per la partecipazione.
Tutte e tre le città sono stata portate avanti dai propri Sindaci che hanno trasmesso la documentazione, ma è Cortina che, anche attraverso il Presidente della Regione Veneto Zaia, ha inviato il proprio dossier olimpico arrivato al Coni con i relativi studi di fattibilità nel primo giorno utile addirittura in primissima mattinata.
Una solerzia che non è propria del nostro Governatore D’Alfonso che negli scorsi anni sembra aver dimostrato ben poco interesse verso quello che è l'ambito sportivo o le iniziative nelle quali si sarebbe potuta includere la partecipazione del territorio abruzzese.
Sia chiaro: nessuno mette in dubbio le potenzialità e le capacità di risposta positiva dell'Aquila anche per il contenimento dei costi e le risorse ambientali.
Quello che lascia in dubbio è sempre la tempistica con la quale i rappresentanti della nostra Regione decidono di entrare in gioco e partecipare alle iniziative: l'invio delle candidature era infatti previsto entro e non oltre le ore 18:00 del giorno 3 Luglio 2018 e noi riceviamo notizia di questa proposta scritta soltanto con una settimana di ritardo rispetto alla chiusura dei termini.
Cosa dobbiamo essere portati a dedurre? Che siamo ben oltre i termini di scadenza o che i dossier contenenti gli studi di fattibilità per la candidatura dell'Aquila siano già stati presentati entro il giorno previsto? Il tutto ovviamente per permettere che venga discussa e quindi poi presa la decisione in un nuovo consiglio nazionale della commissione istituita dalla Giunta del Coni o il 1 agosto o in alternativa, come termine ultimo, il 10 settembre 2018.
In tal caso sarebbe il caso che l'On. Martino rendesse pubblico tale dossier che il Sindaco Biondi ed il Presidente della Regione Abruzzo D'Alfonso sicuramente avranno aiutato a stilare seguendo le linee guida indicate dal Governo, in cui si parla di sostenibilità economica e ambientale, di legacy e soprattutto «acquisizione della delibera piena e incondizionata del Consiglio Comunale delle città» e «del supporto politico da parte delle Regioni e/o Province autonome coinvolte».
I tre sembrano infatti aver dimenticato di parlarne alla cittadinanza e alla città anche a mero livello informativo, ma sarà sicuramente una disattenzione dovuta all'impegno richiesto per poter effettuare al meglio gli studi di fattibilità per organizzare un eventuale evento che nel 2018 ha coinvolto solo 92 Paesi e quasi 3000 atleti.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”
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