Al Flaiano Film Festival Valerio Mastrandrea in " Tito e gli alieni" di Paola Randi


Youtopia tra le altre proposte e l'età Imperfetta per il concorso italiano


di Redazione
Categoria: Eventi e Cultura
02/07/2018 alle ore 18:40



Prosegue la programmazione del Flaiano Film Festival al Cinema Circus di Pescara. Per la giornata di domani in programma altri tre film si comincia alle 18.30 per il concorso italiano è la volta de "L'età imperfetta" di Ulisse Lendaro: Camilla è una diciassettenne che ha il sogno di diventare ballerina, malgrado le remore di sua madre.

Un giorno a danza conosce Sara, sua coetanea e aspirante ballerina come lei e la sua vita non sarà più la stessa. Imparerà grazie a lei il senso della complicità e della condivisione, tra bravate e prime volte, ma anche dell'invidia, della rivalità e della frustrazione.

Certi incontri hanno il potere di trasformare radicalmente il corso di una vita e rivelarsi fatali. Specie durante quella fase delicata che giustamente viene definita già nel titolo "l'età imperfetta", quella delle prime volte, delle prime esperienze, dei primi conflitti dove i sentimenti sono puntualmente esasperati. Pertanto, in mancanza di controllo ed equilibrio, rischiano di valicare i limiti e portare a scelte estreme quanto irragionevoli.

Alle 20.45 è in programma un film protagonista Valerio Mastrandrea è il protagonista del film di Paola Randi " Tito e gli alieni": c'è un professore napoletano nel deserto del Nevada che spende la vita ad ascoltare il suono dello Spazio alla ricerca di una voce. La voce cara della consorte morta diversi anni prima. Scienziato mesto a un passo dall'Area 51, segue un progetto, o almeno dovrebbe, per conto del governo degli Stati Uniti. Il suo torpore esistenziale è interrotto quotidianamente da Stella, giovane wedding planner per turisti che credono ancora agli alieni. Un pacco postale e una registrazione video gli annunciano un giorno l'arrivo di Anita e Tito, preziosa eredità del fratello morto a Napoli. Introverso e laconico, il professore si attrezza, letteralmente, per accogliere i nipoti.

Anita ha sedici anni e sogna un tuffo in piscina con Lady Gaga, Tito ne ha sette e desidera sopra a ogni cosa parlare ancora col suo papà. Sorgenti formidabili di nuova energia, Anita e Tito riavvieranno il programma e il cuore dello zio. Tito e gli alieni racconta l'elaborazione del lutto. E lo fa senza negarsi la gioia e senza svilire la fatica del dolore, con un'esuberanza e una libertà formale che mantengono il cinema in uno stato di giovinezza permanente.

Nel deserto del Nevada, abbandonato da uomini e alieni, la regista trasloca un professore muto e senza nome, fedele a un amore di cui chiede ragione alle stelle. La risposta è sempre la stessa e si centra sull'impossibilità di dimenticare chi non c'è più. La rielaborazione del lutto esige tempo e lo scienziato di Valerio Mastandrea ha deciso di prenderselo tutto, cronicizzando il dolore fino allo spegnimento del sentimento vitale. Aspettare ogni maledetto giorno un segnale dall'universo dona il senso della durata del lutto, ascoltare ogni notte in laboratorio la stessa traccia registrata sulla segreteria telefonica misura la forza della fissazione mortale. Fermo sulla scomparsa, provato dall'assenza e avido di nutrire la pena, il professore è un sopravvissuto che nel mondo vede solo un pretesto a una nuova variazione sul tema unico e inestinguibile del dolore.

Infine alle ore 22,45 per la rassegna dedicata all'universo femminile sarà proiettato "Youtopia" di Berardo Carboni.

 

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