Pd, Alessandrini: Renzi resta risorsa, ma va recuperata la dimensione del noi su quella dell'io


Intervista di Impaginato.it al sindaco di Pescara all'indomani della batosta elettorale del partito democratico alle amministrative


di I. Proietti - S. Grandoni
Categoria: ABRUZZO
27/06/2017 alle ore 11:59



“A Pescara si vive benino, è una citta tranquilla. Il mare? Ancora non è pulito ma migliorerà: a settembre il comune inizierà i lavori su depuratore e diga foranea. Torni a trovarci la prossima stagione, vedrà”. Deve essere una città con poco traffico e zero stress Pescara. Se il tassista che ci accompagna dopo l’intervista con il sindaco Marco Alessandrini dà conferma per filo e per segno, neppure a farlo apposta, di quello che ci ha appena detto il primo cittadino, Marco Alessandrini. Un tipo politico anomalo di questi tempi in cui prevale una certa idea di leaderismo spesso così feroce da risultare arrogante se non volgare.

La diversità di Alessandrini è tutta qui. In quella compostezza di chi ha radici solide per guardare con visione al futuro. Anche se la giornata in consiglio comunale è convulsa. E se per il Pd in Abruzzo è quasi un day after all’indomani della batosta elettorale alle amministrative. “Il Pd paga il ruolo di governo che svolge in un momento non semplice. Non credo ci sia stata una sottovalutazione da parte degli elettori che sono andati a votare o che si sono astenuti. Ritengo piuttosto che si sia creato un cortocircuito”, dice commentando il dato dell’Aquila dove erano in campo alcune delle colonne portanti del pd abruzzese: l’ex sindaco Cialente, Stefania Pezzopane, il vicepresidente della regione Giovanni Lolli. “I ‘senatori’ non si sono risparmiati” dice se gli si chiede se una certa stagione sia finita per sempre.

“Il Pd in Abruzzo ha da tempo imboccato la via del rinnovamento mandando in Parlamento molti rappresentanti locali che sono al primo giro, come ad esempio Vittoria D’Incecco e Tommaso Genoble. E anche io non sono esattamente un vecchio arnese” dice tentando un’analisi del dato elettorale di domenica. “Le sconfitte servono a reagire: vanno costituite le più ampie coalizioni possibili, cercando di non snaturare l’anima del partito e guardando più a sinistra che altrove” dice indicando in che direzione si possa tentare di recuperare il dialogo con “chi ci guarda con scetticismo. Per essere universale devi parlare al tuo villaggio” dice citando Tolstoj. “Qui a Pescara c’è una componente più di sinistra, da Sel ad Articolo 1. E io non posso immaginare di andare avanti senza di loro, perché abbiamo valori e ideali in comune e ce ne dobbiamo ricordare. La destra e la sinistra rimangono categorie del nostro vivere politico. E’ di sinistra impegnarsi per la ricucitura urbana delle periferie”.

E per Alessandrini è certamente di sinistra una certa etica pubblica. “Da sindaco ricevo continue richieste di lavoro, molto meno di interventi sul decoro urbano. Altro nodo è quello della casa: quando sono stato eletto esisteva una modalità di assegnazione straordinaria degli alloggi che era appannaggio della politica. Io ho fatto un passo indietro, mi sono spogliato di quella competenza: ora c’è una commissione presieduta da un magistrato in pensione che disciplina le assegnazioni in base a regole rigorose” dice tornando a parlare del suo villaggio. Senza perdere di vista la visione. Che è tutto per lui che a 48 anni tiene insieme le citazioni di Tolstoj e il mito di Kennedy. E che se gli si chiede indicare un’esperienza significativa per la ‘sinistra’ europea pensa all’ex premier britannico Tony Blair riuscito nell’impresa di riportare i laburisti a vincere dopo vent’anni di magra.

E il segretario del Pd Renzi? “Resta senza alcun dubbio la più grande risorsa del partito democratico. Quando ho avuto modo di conoscerlo, sono rimasto impressionato dalla sua feroce determinazione. Che poi l’ha pagata con la sconfitta del referendum , dimettendosi la sera stessa. Credo che sia necessario recuperare la dimensione del noi, in luogo dell’io”.

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