Apperò porporato per Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila fresco di berretta ricevuta da Papa Francesco, che ieri ha celebrato a Collemaggio la prima messa cardinalizia nella città ferita dal terremoto.
E se c’è chi attribuisce proprio al sisma, sommato ai natali ascolani di sua eminenza, la scelta del pontefice, un grande segnale di attenzione e vicinanza a tutte le popolazioni del centro Italia, altri più secolarmente hanno letto negli interessi immobiliari della curia aquilana la molla per la nomina, alla vigilia dell’avvio della ricostruzione delle chiese.
Chissà, forse sbagliano tutti e ha ragione chi pensa a segreti equilibri bergogliani in vista del prossimo conclave: in ogni caso, il cardinale, e con lui L’Aquila e l’intera regione, si godono il meritato traguardo della prima porpora alla guida di una diocesi abruzzese. I colleghi vescovi e arcivescovi magari rumano, qualcuno anche parecchio, ma ufficialmente è festa e giubilo per tutti
(ps l’Abruzzo non sarà al governo come si pensava, ma oltre Tevere sta messo benino)
Niko tra i 50 Best restaurants, ma resta umile
Non è tanto il fatto che sia salito fin qui. Ma che lo ha fatto restando sempre il ragazzo semplice e umile di prima. Apperò Niko Romito, complimenti a te che hai portato l’Abruzzo sul tetto del mondo: il ristorante Reale di Cristiana e Niko Romito, 3 stelle Michelin e migliore d’Italia per la guida Ristoranti 2018 del Gambero Rosso a Castel di Sangro, si conferma tra i World’s 50 Best Restaurants, premiati all’Euskalduna Palace di Bilbao (Spagna), scalando nella classifica mondiale sette posizioni per arrivare al numero 36 nella hit dei ristoranti più influenti al mondo.
Dopo l’ingresso nei primi 50 lo scorso anno, il ristorante abruzzese cresce nelle valutazioni dell’Academy composta da oltre 1.000 critici gastronomici e scala la classifica fino al n. 36:
‘Un risultato straordinario – commenta il cuoco autodidatta, classe 1974 – che ci lusinga e ci ripaga del grande lavoro fatto finora. È stato un anno importante in cui tanti progetti si sono consolidati e tanti altri stanno cominciando. Al Reale abbiamo sempre fatto e continueremo a fare una cucina di ricerca, assoluta, che scava in profondità per sviluppare sapori, concetti e tecniche che esaltano al massimo ogni ingrediente e offrono benessere e leggerezza a chi mangia”.
I caci di Antonello al Fancy food
E tanto per restare in tema food, c’è un’altra eccellenza abruzzese che scala le vette e porta l’Abruzzo in alto che più in alto non si puo’: i caci, chiamiamoli così non più formaggi, di Antonello Egizi, sono esposti al Fancy food di New York che è l’evento più importante in ambito gastronomico negli Usa. Evviva le sue “Forme d’autore”, le più buone del mondo.
Il sindaco più bravo
E poi c’e’ lui, un sindaco giovane e bravo che l’Apperò se l’è meritato già altre volte. Sindaco di Aielli, nella Marsica, 1500 abitanti, con tante case inagibili per terremoti. Qui lui, dove ha fatto realizzare un Osservatorio astronomico, ha di recente rimesso a nuovo la piazza del paese, prendendosi l’applauso dell'”Abruzzese fuori sede”, pagina che ha migliaia di follower e che non è mai troppo morbido con i politici.
I sanpietrini che il sindaco ha fatto mettere per terra disegnano un albero della memoria e di speranza verso il futuro, un inno alla vita insomma: i piccoli borghi, ricorda Enzo Di Natale, non devono essere abbandonati. E per farla apprezzare dagli Abruzzesi fuori sede, ha affittato un drone che scattasse una foto che potesse rendere giustizia alla piazza rinnovata. È bravo Enzo Di Natale: se non fa lui il presidente di Regione poco ci manca.
Il senegalese e il derubato
L’Apperò più sentito va ai due protagonisti di questa storia, perché rappresentano il contrappasso di quest’epoca buia e imbarbarita.
Al ragazzo senegalese di 19 anni che qualche giorno fa ha ritrovato un portafogli per terra e lo ha riconsegnato in caserma con tutti i soldi dentro. E al proprietario di quel portafogli che per ringraziarlo gli ha offerto una ricompensa in denaro e soprattutto, un lavoro. E’ successo a Roseto, qualche giorno fa.
A perdere il portafogli il titolare di un’impresa edile di Roseto, di 41 anni. A ritrovarlo un ragazzo ospite dell’hotel Felicioni.
“Mi sono accorto non subito di aver perso il portafogli”, racconta l’imprenditore, “e ho sperato che qualcuno lo trovasse per riavere quanto meno i documenti. Dopo un paio d’ore ho ricevuto la telefonata dei carabinieri che mi avvertivano che era stato ritrovato”
I militari avevano nel frattempo redatto un verbale riportando tutto ciò che era nel portamonete: 370 euro in contanti, un assegno di 100 euro, monetine per un paio di euro, carte bancomat e altri documenti. Probabilmente chiunque avesse trovato il portafogli avrebbe tenuto per sé i soldi e avrebbe gettato il resto in un cestino della spazzatura. Non il ragazzo di origini senegalesi a cui sicuramente quei soldi avrebbero potuto far comodo.
A tutti e due grazie per l’insegnamento e il messaggio: di questi tempi ci voleva proprio.
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