Ma in fondo cos'è l'ultimo minuto...? A Russia 2018 è un graffio, per qualcuno rosa e per l'altro nero, insaccato nella lettera o di gol... Il Brasile va oltre, come storicamente gli compete, e dopo l'abituale sofferenza lenta sudamericana di questi mondiali, trae profitto decisivo contro la Costarica ai minuti 91 e addirittura 97...
La stella lucente e non amabile Neymar viene prima ammonito, poi segna e infine piange. Il Mondiale è anche reality... tipo la scassata Argentina dell'inguardabile Sampaoli, i cui giocatori prima vogliono (loro) cacciare immediatamente l'allenatore, poi si fanno due conti per la vittoria della Nigeria sull'Islanda per cui ritrattano, però a metà, mentre Messi, chiuso a imbuto, medita.
E poco prima dell'ultimo minuto fiorisce la Svizzera a Kaliningrad (dove finalmente piove) e scavalca la rude Serbia che, proprio all'ultimo, aveva finito la benzina.
La storia è sensibile all'ultimo minuto, all'ultimo secondo, decimo e centesimo che sia... e così a Madrid sfreccia l'Italia con Filippo Tortu che corre i cento metri in nove secondi e novantanove centesimi, migliorando dopo quarant'anni il record di quel genio gentile, un pò ricurvo e meravigliosamente ostinato di Pietro Mennea, il cui ricordo personale mi intenerisce sempre.
All'ultimo minuto o quasi i cinesi del Milan scappano senza pagare, il fair play finanziario s'addensa come un monsone per i rossoneri...
Certo, altri mettono e metteranno quei quattrini ma, a naso, sembra che il vento finanziario straniero sul calcio italiano cominci a soffiare sghembo.
Oggi il Belgio con la Tunisia, il Messico con la Corea del sud e soprattutto la Germania con la Svezia (che, ricordiamolo fino alla noia, sostituisce l'Italia a questi Mondiali) sperano di saldare i propri conti prima dell'ultimo minuto.
Ma c'è sempre un termine ultimo nella vita...per i nostri progetti e sogni, per i nostri guai, per le navi ONG che cercano o vogliono quel porto e non l'altro...
Idea! Aboliamo l'ultimo minuto. Recupero escluso...
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