Ater, Pettinari (MS5): delinquenti vanno sfrattati da case popolari, cambiamo legge


L'esponente pentastellato ad Impaginato.it: servono fondi, 70 per cento edifici è fatiscente


di Silvia Grandoni
Categoria: ABRUZZO
26/06/2017 alle ore 15:08



Il comune ha le mani legate. Questa la risposta del sindaco Marco Alessandrini al consigliere regionale del M5s, Domenico Pettinari. Da oltre 15 anni in prima linea nelle battaglie per il diritto alla casa e per riportare la legalità nei quartieri più caldi di Pescara. Qualche mese fa, per l'esattezza l’11 marzo scorso, ha inviato una lettera al sindaco e all’amministrazione Ater, per chiedere conto di alcuni episodi avvenuti negli alloggi di edilizia popolare. E che venissero messi infine alla porta gli inquilini coinvolti in atti di criminalità. E Alessandrini ha infine risposto: "Nei casi in cui il reato non venga segnalato dalle autorità competenti e non sia specificato esplicitamente il riferimento alla flagranza avvenuta nell’alloggio, il comune di Pescara non può procedere per la decadenza".

In sostanza nelle case popolari, che in alcuni quartieri, ad esempio a Pescara, sono stati trasformati in autentici centri di spaccio, si può delinquere impunemente o quasi. In realtà in Abruzzo esiste una legge regionale, la numero 96 del 1996, che regola l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica: l’articolo 34 prevede che il sindaco del comune territorialmente competente possa pronunciarsi sulla decadenza dall’assegnazione delle case popolari, nelle ipotesi in cui l’assegnatario abbia adibito l’alloggio ad attività illecite, rilevate in flagranza di reato. Il punto è che questa legge non trova facile applicazione per una serie di ragioni.

"Non è stato innanzitutto costituito un sistema di coordinamento che consenta alle forze dell’ordine, al sindaco, alla magistratura inquirente e all’Ater di dialogare - sottolinea Pettinari - e ovviamente non è facile cogliere il delinquente in flagranza di reato".

Le situazioni di illegalità nelle case popolari, però, non riguardano solo lo spaccio di droga. "Vi sono ad esempio centinaia di alloggi detenuti abusivamente - rimarca il consigliere regionale -. Al riguardo bisogna prestare attenzione alla differenza tra occupazione abusiva, che si ha quando il cittadino sfonda la porta ed entra, commettendo un reato. E l’occupazione senza titolo: in questo secondo caso gli inquilini non fanno risultare l’effrazione – prosegue Pettinari - ma preventivamente si autodenunciano, raccontando ai vigili di avere trovato la porta aperta e di essere entrati, riuscendo in questo modo, grazie alla farraginosità della burocrazia, a rimanere nell’abitazione anche 5 o 10 anni”.

Pettinari si sofferma in particolare sulla situazione delle periferie di Pescara, “le più calde di tutta la Regione Abruzzo, dove c’è la massima concentrazione di spacciatori di droga, come ben sanno i cittadini onesti che vivono in quartieri come Rancitelli e Fontanelle”. L'esponente pentastellato entra nel dettaglio. "In via Caduti per servizio si contano 504 alloggi popolari, dove risiedono una trentina di famiglie che vivono con i proventi delle attività illecite - riferisce l'esponente del M5s -. In queste palazzine, le famiglie oneste subiscono minacce, ritorsioni, vessazioni da parte di quei delinquenti, e addirittura non possono mandare i figli a giocare nei parchi, perché ci portano i cani a combattere. Quei cittadini delle periferie chiedono da anni un aiuto alle istituzioni, al sindaco, al responsabile dell’ordine pubblico e al prefetto - prosegue Pettinari - ma il loro grido d’allarme rimane inascoltato”.

Un'altra nota dolente è rappresentata dalla scarsa manutenzione degli edifici. “Il 70 o 75 per cento degli alloggi è ammalorato e fatiscente - osserva Pettinari -. Abbiamo contezza che almeno in una decina di case non si provvede alla manutenzione straordinaria, le caldaie non funzionano, i muri sono pericolanti, pieni di muffa e di infiltrazioni. In consiglio regionale ho presentato vari emendamenti per prevedere che nel bilancio vi fossero 4-5 milioni per provincia da destinare alla manutenzione delle case popolari - ricorda il consigliere regionale - . Ma non sono stato ascoltato e la regione non stanzia fondi”.

"Bisogna assicurare diritti ai cittadini onesti, che effettivamente non hanno reddito e pagano regolarmente l’affitto, senza però sfociare nell'assistenzialismo” è la riflessione finale dell'esponente pentasellato: “occorre che l’Ater, con la supervisione della Regione, tramite il dipartimento delle Politiche della casa, verifichi il reddito posizione per posizione e che chi delinque venga buttato fuori dagli alloggi".