Omicidio Teramo, Ortu (Ordine medici): è mestiere sempre più a rischio


La denuncia del Presidente dell'Ordine dei Medici della Provincia dell'Aquila


di Maria Elena Cosenza
Categoria: ABRUZZO
22/06/2017 alle ore 15:23



“L’attività del medico è a rischio, lo dimostrano i casi di cronaca che leggiamo spesso sui giornali” queste la parole di Maurizio Ortu, Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia dell’Aquila, uno dei più grandi in Italia in un’intervista ad impaginato.it all’indomani dell’omicidio di Ester Pasqualoni.

“I medici sono a rischio fisico, ne è un esempio importante il caso delle ultime ore di Ester Pasqualoni oncologa di Teramo, sgozzata nel parcheggio dell’ospedale dove lavorava. I medici sono sempre in prima linea” dice mentre si alza dalla scrivania avvicinandosi alla parete dove tiene appesa una lettera a cui tiene molto. E  che guarda con commozione. “Questa è una lettera scritta dai genitori e dal fratello della dottoressa Eleonora Cantamessa. Nel 2013 è stata ammazzata perché si era fermata in strada a soccorrere un uomo che era stato investito. L’investitore vedendo che qualcuno stava soccorrendo la persona che aveva tentato di uccidere, è tornato indietro. Ha investito nuovamente l’uomo a terra e ucciso anche la dottoressa che ha avuto la solo colpa di onorare il suo mestiere” dice Ortu, emozionato visibilmente mentre tiene in mano i ringraziamenti che i genitori della dottoressa gli hanno fatto pervenire.

Per il presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia dell’Aquila la questione della sicurezza dei medici è importantissima. Tanto che sul profilo whatsapp del suo cellulare non ha la propria immagine, ma una scritta ‘Chi aggredisce il medico aggredisce se stesso’.

“Il medico è soggetto ad aggressione fisica e psicologica. I medici, al di là degli episodi di sangue in cui loro malgrado rimangono coinvolti, vengono visti come un bancomat. Quando c’è necessità di far cassa, si fa causa e si titola sui giornali ‘malasanità’. Ma il 99 per cento dei contenziosi - spiega - non vanno a buon fine. E non può che essere così se i motivi sono di questo genere e nulla hanno a che fare con il tentare legittimamente di far valere i diritti dei cittadini e dei malati. Si fa causa a prescindere - afferma Ortu - e per questo c’è una carenza di medici che scelgono la branca chirurgica, perché è quella a maggior rischio denunce”.

“Ma noi, come Ordine e come Università dell’Aquila, in virtù di questa esigenza della categoria, intendiamo formare i nostri futuri medici anche da un punto di vista legale. Infatti, siamo i primi in Italia ad aver attuato la normativa sul corso di propedeutica alla professione, con materie come diritto, previdenza, assistenza, etica e deontologia”

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